Immigrati concentrati in un casale dismesso di Comiso Giorgio Assenza, lettera al dicastero degli Interni: "Accogliere con senso di Umanità gli immigrati, uguale sicurezza per la loro salute Bisogna sistemarli in strutture idonee; bando all'approssimazione" "Quale sicurezza, specialmente dal punto di vista sanitario per gli immigrati giunti da noi mentre il nostro Paese non è porto sicuro a causa dei contagi Sars 2? Nessuna se non si danno loro garanzie di un sito sicuro, attrezzato e medicato, ove fare prima accoglienza. Oggi più che mai, accoglienza significa strutture adeguate" lo afferma con forza Giorgio Assenza, autore di una missiva appena inviata al ministro degli Interni nella quale fa il punto su "una situazione che la doppia attuale emergenza non giustifica, anzi condanna inopinatamente. Mi fa, per altro, specie constatare una sorta di regalo di Pasqua al contrario per una regione una provincia fra le meno colpite in assolute perché sono riuscite a tenere, come nessuno, sotto controllo il contagio". "L'Umanità e il senso di accoglienza dei siciliani, dei cittadini della provincia iblea e, consentitemi di dirlo, mio (per questo spesso in disaccordo con la linea di massima delle forze politiche della mia stessa coalizione) sono ormai ben note. E, voglio ripetere - rimarca il presidente dei Questori in Ars - adesso come non mai nulla di tutto ciò può esser affrontato con leggerezza, con una fretta da emergenza se non momentanea, da correggere di gran carriera, pena la salute di immigrati, operatori e cittadini in genere". "La, da tempo dismessa, azienda agricola San Pietro (alle porte di Comiso) non è luogo adeguato. Ho scritto al ministro Lamorgese - conclude Assenza - perché, a partire da questo caso che ricade nel Ragusano, si trovino sempre soluzioni conformate se pur provvisorie, a cominciare dall'utilizzo di una nave appositamente attrezzata per una sicura quarantena in rada come già richiesto dal presidente Musumeci, per questo e avvenimenti come questo anche perché nascono da un esodo epocale che non conoscevamo da decine di generazioni e col quale dobbiamo imparare a convivere serenamente, in fraterna sicurezza per tutti".