Oltre il 9% in più di passeggeri e dei movimenti rispetto
al 2020, ultimo anno della Festa di sant’Agata.
La SAC, società di gestione
dell’Aeroporto di Catania, rende note le previsioni elaborate dall’Ufficio Dati nel
periodo 3 – 6 febbraio di quest’anno, che vedono un incremento di passeggeri
rispetto all’ultima edizione delle festività agatine.
Nel dettaglio, sono previsti, tra arrivi e partenze, 107.817 passeggeri contro i
98.600 del 2020 (+9,34%).
In particolare, saranno 52.384 in arrivo, contro i 49.100 del 2020 (+6,7%) di cui
38.759 i nazionali, rispetto ai 36.600 del 2020 (+5,9%), e 13.625 gli
internazionali, contro i 12.500 del 2020 (+9%).
Per quanto riguarda le partenze, saranno 55.433 i passeggeri che voleranno
dall’aeroporto di Catania, rispetto ai 49.500 del 2020 (+12%). Di questi, 41.180
saranno nazionali, contro i 37.300 del 2020 (+10,42%), mentre 14.244 gli
internazionali, che nel 2020 sono stati 12.200 (+16,75%).
Il giorno più trafficato sarà venerdì 03/02, con 86 arrivi (62 nazionali e 24
internazionali) e 85 partenze (59 nazionali e 26 internazionali). Sono previsti per
questa giornata poco più di 24.633 passeggeri nel complessivo di cui, 12.032 in
arrivo (8.512 da rotte nazionali e 3.520 da rotte internazionali) e 12.601 in partenza
(8.734 per rotte nazionali e 3.867 per rotte internazionali).
Soddisfatti la presidente e l’amministratore delegato di SAC, Giovanna Candura
e Nico Torrisi. “Dopo il superamento dei dieci milioni di passeggeri nel 2022,
anche la festa in onore della nostra Santa Patrona ci conferma la completa ripresa
del traffico aereo dopo la pandemia e il ritorno dei passeggeri anche internazionali,
che quest’anno superano addirittura i numeri del 2020. Le festività agatine restano
una delle principali attrazioni della nostra città e noi siamo felici di poter accogliere
tantissimi turisti affascinati dal richiamo della terza festa cattolica al mondo per
partecipazione. Le previsioni infine confermano il grande appeal del nostro
territorio e il valore, anche economico, della destagionalizzazione”