Domenica 15 settembre 2013, alle ore 11.15, nello splendido Maniero di
Acate , si è svolto uno storico incontro: Renato Balestra, maestro eccelso
della moda e dell’arte, “visita” l’amico Salvatore Licitra, sublime maestro della
Lirica mondiale.
Austero e nobile nell’aspetto, il maestro mi si è fatto incontro con un sorriso
solo accennato. Quasi timido, al mio cenno di inchino istituzionale.
Rapito dal luogo, nell’incantevole cornice del Castello dei Principi di Biscari,
dove la musica della Turandot e la voce del grande Tenore echeggiano nelle
maestose stanze del Maniero, in un’atmosfera di intenso pathos, il Maestro,
incurante della calca dei fotografi, si dirige sicuro verso la sala dove lo
“attende” il grande Amico.
Si respira un’aria surreale.
“Mi richiama alla mente, gli dico con voce sommessa, il grande Ottaviano
Augusto, nel suo viaggio in terra d’Egitto, precisamente ad Alessandria.
Ricorda l’episodio e l’aneddoto?”
“No”, risponde con sguardo curioso. “Non ricordo nessun aneddoto su
Augusto. Mi dica”.
“In occasione del suo viaggio in Egitto, Augusto sceglie come prima meta la
città di Alessandria, per visitare il mausoleo di Alessandro Magno,
sull’esempio del suo grande parente, Giulio Cesare.
Una volta giunto sul posto, i notabili della città lo invitano a fermarsi e a
guardare le tombe dei grandi faraoni egiziani.
Egli, con piglio risoluto, avanza sicuro fra le tombe e stronca ogni commento,
affermando: “Sono venuto per incontrare un imperatore, non per visitare dei
morti”.
Alle mie parole Egli fa seguire un pensoso silenzio, quasi a schermirsi dal
regale paragone, ma facendo trasparire un piacevole stupore e una certa
emozione.
Mi ringrazia, nel mentre il suo sguardo si posa sul mio e nel silenzio della sala
le note e la voce del grande amico e maestro creano un’atmosfera surreale e
di grande emozione.
Siamo consapevoli di vivere un momento magico e di scrivere una pagina
importante della nostra vita e della storia di Acate.
Renato Balestra tace e mi accenna un lieve e commosso sorriso.
Lo sguardo suo insiste, poi, sul busto bronzeo dell’illustre amico,
sapientemente realizzato dallo scultore Marino.
Quindi cede ai desideri degli astanti e posa per i fotografi, ansiosi di
immortalare l’evento.
Poi, così come era venuto, con gesto nobile ed elegante, ci saluta e
scompare.

In religioso silenzio, un po’ attoniti, lo seguiamo con lo sguardo volto
all’infinito, come se una parte di noi si accompagnasse a lui.