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Sei misure cautelari per favoreggiamento ingresso e permanenza di extracomunitari

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Nelle prime ore della mattinata del 15 maggio la Polizia di Stato di Ragusa ha
eseguito sei misure cautelari in esecuzione delle ordinanze applicative emesse dal
Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Ragusa su richiesta della Procura
Ordinaria.
La laboriosa e certosina attività di indagine, avviata dagli investigatori della
Squadra Mobile in stretto raccordo con l’Autorità Giudiziaria, ha permesso di
individuare un centro di assistenza per stranieri sito a Ragusa, gestito da due dei
destinatari delle misure cautelari che, a fronte del pagamento di corpose somme di
danaro, offriva agli stranieri – prevalentemente di nazionalità tunisina – una serie di
abitazioni nel centro storico della città da utilizzare al solo scopo di fare ottenere loro
la residenza anagrafica, prodromica alla presentazione delle istanze di rilascio e/o
rinnovo del permesso di soggiorno o anche di ricongiungimento familiare.
L’indagine, corroborata da numerosi servizi di osservazione, ha portato alla
luce ben tredici abitazioni che venivano occupate dagli stranieri solo in occasione dei
controlli di due operatori comunali, i quali a fronte della corresponsione di denaro
omettevano di eseguire la verifica, limitandosi a dei controlli blandi e superficiali
comunicando successivamente all’ufficio anagrafe il superamento dell’accertamento,
in virtù del quale veniva successivamente concessa la residenza anagrafica nel
Comune di Ragusa.
Nel corso dell’attività svolta, un ruolo centrale è stato quello di uno degli
arrestati che svolto non solo la funzione di tenere i contatti stretti con i due operatori
comunali ma anche quella di accompagnare e di indirizzare gli stranieri presso le
abitazioni – a costoro ignote – nelle quali avevano richiesto di fissare la residenza e di
farli trattenere per il tempo strettamente necessario al controllo dell’operatore.
Dopo le formalità di rito, tre dei destinatari delle misure di cui una donna, sono
stati sottoposti alla misura cautelare degli arresti domiciliari, un’altra donna sottoposta
all’obbligo di dimora nel Comune di Ragusa mentre per i due operatori comunali è
scattata la sospensione dell’esercizio di un pubblico ufficio o servizio.

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