Il presidio in formazione di Libera Ispica-Pozzallo, congiuntamente al Coordinamento provinciale di Libera
Ragusa ed alla Coreferenza regionale di Libera Sicilia, in riferimento a quanto suscitato dall’articolo
pubblicato lo scorso 21 gennaio dalla testata giornalistica “Domani ibleo”, esprimono solidarietà nei
confronti della giornalista Mariacarmela Torchi.
Consideriamo, difatti, il suo racconto aderente ai fatti
riscontrati ad Ispica e, data l’importanza delle notizie, necessario ai fini di quella informazione di qualità che
costituisce l’humus fondamentale per una vera democrazia. Come afferma altresì l’articolo 21 della nostra
Costituzione «tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e
ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure». Noi di
Libera, assieme alla nostra rete, da sempre siamo schierati a favore della libertà di stampa, elemento mal
digerito dalla criminalità organizzata a riprova del fatto che essa costituisce uno strumento tanto essenziale
quanto efficace nel contrasto alle mafie ed alla corruzione. Privare la comunità di questo tipo di strumento
significa indebolirla nei confronti di chi vuole esercitare controllo a livello economico, politico e culturale.
Rispetto alla situazione che si va delineando ad Ispica, in continuità con quanto espresso nel comunicato
pubblicato lo scorso luglio, ribadiamo la nostra preoccupazione (che abbiamo condiviso con i vertici
nazionali di Libera contro le mafie) a motivo del rilevamento nel nostro territorio del fenomeno mafioso, la
cui presenza è stata intercettata ed accertata dalla magistratura. Le caratteristiche di tale presenza
riteniamo possano mettere seriamente a rischio il sistema politico-economico della comunità ispicese.
Fiduciosi nei confronti dell’operato della Magistratura e della Prefettura, ci appelliamo nuovamente alle
istituzioni cittadine, rivolgendo anche a tutte le componenti sane della comunità, da quella giovanile, a
quella associativa, a quella religiosa, a quella economica e produttiva, al mondo della scuola e della cultura,
il nostro invito affinché tutti insieme, ognuno con il proprio ruolo e la propria responsabilità, possiamo
vigilare e attrezzarci in modo adeguato rispetto a questo tipo di minaccia, che nel tempo è divenuta sempre
più subdola e camaleontica.