L’Amministrazione Comunale, i Partiti e le Organizzazioni sindacali di Acate esprimono con forza la vicinanza al mondo del lavoro, condividono le strategie di lotta… e riaffermano il loro No alla politica agricola europea… Abbiamo partecipato negli ultimi anni ad innumerevoli manifestazioni ma i risultati fino ad oggi sono stati deludenti… Gli ultimi provvedimenti di Bruxelles sono la prova lampante che il Mezzogiorno d’Italia, la Sicilia e la nostra Zona Ipparina, vere eccellenze agroalimentari e vitivinicole nel panorama mondiale, non interessano… Registriamo grande apprezzamento nelle grandi vetrine internazionali (Berlino, Salone internazionale di Fruit Logistica; Parigi, Salone internazionale dell’Agricoltura e dell’Allevamento; Expo di Milano) e poi…il silenzio, l’indifferenza. Oggi siamo qui per lottare, per sapere se anche noi siamo Italia ed Europa. Chiediamo al Presidente del Governo Europeo, Jean-Claude Juncker, di venire in Sicilia… per rendersi conto di persona delle nostre eccellenze produttive ed anche del disastro… Per rendersi conto che si stanno creando situazioni di incontrollabile rabbia sociale…; per capire che la vera accoglienza dei lavoratori stranieri la fanno gli imprenditori agricoli, che garantiscono un lavoro, una paga e, spesso, anche una casa; per capire che così facendo si apriranno nuovi movimenti di massa di disperati che si trasferiranno verso il Nord, e non saranno educati e seri come i nostri 100.000 giovani che ogni anno lasciano il Sud e la Sicilia, ma una massa di disperati… Chiediamo poche cose e concrete e non i soliti proclami che dobbiamo aiutare i Paesi stranieri per accompagnarli verso l’affermazione della democrazia. A loro diciamo che anche noi siamo attaccati ai valori della Libertà e della Democrazia e favoriamo questo processo, accogliendo e facendo lavorare migliaia di stranieri… Ma qui, da noi, la posta in gioco non è solo la democrazia, ma la vita nostra e delle future generazioni. Per questo vogliamo la presenza del Governo europeo in Sicilia, per un confronto sereno ma definitivo. Solo così sapremo chi siamo e, soprattutto, su chi possiamo contare; e sapere se anche noi siamo Italiani ed Europei. In caso contrario e di fronte alla morte saremo obbligati ad alzare l’ingegno, cercare altre vie insieme ai nostri lavoratori e ai nostri imprenditori… Oggi non è più il tempo delle promesse, anzi il tempo è scaduto...Nessuno deve mancare all’appello.