Ha 53 anni ed è residente a Pozzallo, G.S. nato a Ragusa ed accusato di violenza sessuale aggravata. Conquistava la fiducia dei minori, appena 14enni, si fingeva amico dei loro genitori e con passaggi in auto e gelati costringeva gli stessi a subire atti sessuali.
Equivoci e subdoli i suoi comportamenti, ad ogni momento utile, accarezzava i glutei della vittima, avvicinandola da dietro e strusciando il proprio bacino sul fondoschiena della minore.
Proprio l'estate scorsa, un gruppo di minori trascorreva una giornata estiva "normale" , in acqua e mentre faceva il bagno, G.S. (l'uomo) si sarebbe unito ai ragazzi fingendosi, appunto, amico dei loro genitori ed offrendosi di riaccompagnarli a casa per pranzo. Dopo i tentennamenti gli stessi accettavano "ignari" delle conseguenze, e consumato il gelato nella vicina Marina di Modica, durante il tragitto si sono ritrovati "toccati nelle parti intime, fondoschiena e strusciatine varie con il bacino sul sedere della vittima, una 12enne, mentre la stessa, affacciata, guardava il mare.
Nonostante la piccola continuasse a manifestare tutto il suo dissenso “l’uomo” metteva la sua mano nelle parti intime della vittima, in modo violento. E mentre accompagnava il gruppo di ragazzi a Pozzallo, durante il tragitto continuava a toccarsi le parti intime, raggiungendo, con molta probabilità, l’eiaculazione.
La beffa di G.S. (l'uomo) però non conosce tregua e malgrado il "reato" continuava il suo "progetto deviato" contattando le vittime su facebook offrendo ancora passaggi in auto e invitandole per un gelato, tempestandole di numerosi messaggi.
I ragazzi, per fortuna, dopo questa brutta esperienza si sarebbero confidati con i genitori che contattando la Polizia di Stato hanno fatto si che le indagini scattassero a carico del pozzallesse (che per lunghi periodi si assenta dal paese per motivi di lavoro).
Grazie alla professionalità degli uomini della Squadra Mobile e della Polizia Postale di Ragusa, è stato possibile tracciare ogni movimento del soggetto pericoloso, oggi indagato.
Le vicissitudine dei ragazzini venivano subito esaminate dalla Squadra Mobile per gli aspetti di competenza della Sezione specializzata e dall’audizione delle vittime e dalle indagini sulla persona dell’indagato emergeva che le piccole non aveva riferito tutta la verità ai genitori.
Per il grande trauma subito e per non fare preoccupare i genitori, le vittime davano una versione parziale di quanto accaduto.
La Polizia Postale esaminando il profilo facebook di G.S. ed acquisendo altri importanti elementi indiziari a suo carico dai quali era facile intuire le abitudini del soggetto, avvisata tempestivamente la Procura della Repubblica, il Sost. Proc. titolare delle indagini, delegava la Sezione specializzata Reati sessuali della Squadra Mobilee la Sezione Polizia Postale di Ragusa ad effettuare ogni utile attività d’indagine con estrema urgenza.
L’audizione protetta delle vittime e degli amici testimoni presso la nuova sala della Questura di Ragusa, con la costante presenza di una psicologa permetteva di raccogliere le denunce delle piccole vittime e gravi indizi di reità. Al termine delle indagini, la Procura della Repubblica ha chiesto l’applicazione di una misura cautelare a carico di G.S. che il GIP ha accolto, pertanto gli investigatori della Polizia di Stato hanno dato subito esecuzione al provvedimento. “La Polizia di Stato di Ragusa ha potuto avviare delicatissime indagini, grazie alla fiducia riposta dalle vittime negli investigatori, in quanto spesso accade che fatti così gravi non vengano denunciati. Anche in questo caso le minori non avevano riferito ogni elemento ai genitori, dato che inizialmente non ha permesso di comprendere la gravità dei fatti che, sono emersi solo dopo l’audizione protetta presso gli uffici della Squadra Mobile. Bisogna continuare ad informare i giovani di non fidarsi di sconosciuti pronti a tutto pur di ottenere favori sessuali o di altro tipo e che ogni fatto reato va denunciato, confidando alla propria famiglia o direttamente alla Polizia di Stato quanto subito”.