Ai tre arrestati andava bene qualsiasi cosa, bisognava imporsi su tutto e tutti, traendo benefici economici con violenza e minaccia. Il gruppo ha manifestato una pericolosità inaudita, minacce di morte formulate con ogni modalità Dai panini per poche decine di euro a estorsioni di denaro per migliaia di euro, da vasi per arredamento a occupazione di immobili senza pagare un centesimo. “Dobbiamo aiutare i carcerati”.
Grazie alla Polizia di Stato – Squadra Mobile e al Commissariato di Comiso , Campailla Mario detto “saponetta”, Servo Salvatore e Ayed Salah detto “turi u tunisinu”, tutti pluripregiudicati e residenti a Comiso si è potuta sventrare una vera e propria macchina "estortiva" ai danni di cittadini comisani.
La Procura della Repubblica di Ragusa, dopo aver ricevuto gli atti dell’indagine dalla Procura Distrettuale Antimafia di Catania e valutato attentamente le risultanze investigative della Squadra Mobile di Ragusa, ha richiesto ed ottenuto l’odierna misura di custodia cautelare in carcere a carico dei tre noti pregiudicati comisani.
La Polizia di Stato, aveva nel 2014, smantellato un’articolata associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti nel territorio di Comiso, grazie all’operazione “Agnellino”, trovando un successore alla guida dell’associazione criminale “stiddara”.
Naturalmente i sospetti su Mario Campailla che, scarcerato nel 2013, erano fondati, tanto da che le attività d’indagine nate a seguito di alcune richieste estorsive ai danni di un impresa di onoranze funebri, fornivano immediati riscontri a carico degli odierni arrestati.
I tre indagati agivano insieme o disgiuntamente, ai danni di più vittime comisane, chiedendo ingenti o piccole somme di denaro.
Usavano violenza pestando a sangue le vittime o minacciandole di morte, ottenevano ciò che volevano come la consegna di oggetti, e fingendosi padroni di casa di un immobile per richiedere denaro a loro non dovuto.
In particolar modo Ayed insieme a Servo hanno minacciato di morte un inquilino di un appartamento di Comiso che se non avesse consegnato il denaro richiesto lo avrebbero ammazzato.
Consigliavano, in modo serafico alla vittima di chiamare la Polizia "dichiarando di non aver paura dei poliziotti".
Salvo poi ieri sera essere stati da loro catturati e mandati in carcere. Servo in altra occasione, dopo aver avuto un incidente stradale, taglieggiava la controparte fino a chiedere migliaia di euro per diversi motivi, sempre usando violenza e minacciando la vittima. Campailla Mario, invece fingeva di essere l’intermediario di un debito mai contratto da una vittima comisana, minacciandolo di morte se questi non gli avesse dato 5.000 euro immediatamente.
I fatti
Per fare preoccupare la vittima e costringerla a pagare, Campailla asseriva che gli avrebbe distrutto il negozio e la casa utilizzando una pala meccanica. Sempre Campailla, con minacce di ogni tipo ed un pestaggio a sangue della vittima, riusciva a farsi dare la disponibilità di un immobile per il quale non ha pagato e quando il proprietario ha chiesto un canone di locazione lo ha picchiato. In ultimo, l’episodio che apparentemente sembra il meno grave (forse così è rispetto all’ammontare della cifra estorta), rispecchia nel modo più emblematico il modus operandi e vivendi di Servo. L’indagato si recava sistematicamente presso una panineria di Comiso dove consumava cibi e bevande insieme al gruppo dei suoi amici o alla donna che lo accompagnava non pagando mai. Al momento di pagare si avvicinava alla cassa e faceva sapere al proprietario che essendo insieme ad una donna non voleva sfigurare e che poi avrebbe saldato, cosa che sistematicamente non faceva. Dopo innumerevoli volte in cui Servo non pagava, il proprietario decideva di chiedere di pagare quanto consumato e l’odierno arrestato rispondeva che forse non aveva ben capito chi fosse lui, per poi passare alle minacce “ora te lo faccio vedere chi sono io” e contestualmente tirava fuori un coltello. Il G.I.P. del Tribunale di Ragusa, dopo aver esaminato quanto ampiamente descritto dalla Procura della Repubblica di Ragusa in merito alle indagini della Squadra Mobile e del Commissariato di Comiso, ha applicato la misura cautelare in carcere, poiché stante i numerosissimi precedenti penali anche specifici, era l’unica misura idonea ad arginare i tre arrestati. Tra gli altri reati commessi da Campailla si ricordano le gravi minacce all’indirizzo del Sindaco di Comiso, “colpevole” di non aver montato un palco per gli spettacoli estivi a favore del locale gestito dalla sua compagna. Tra i fatti più gravi che sono emersi dalle indagini, vi è di sicuro quello che contraddistingue i tre criminali non come soggetti che saltuariamente commettono reati ma bensì come loro ordinario modus vivendi. Non vi era per loro alcuna differenza rispetto alle vittime, dovevano solo ottenere con violenza e minacce quanto di loro gradimento e necessario alle loro esigenze.
Il blitz della Polizia di Stato a Comiso
18 gli uomini impiegati per la cattura dei tre soggetti che al momento del fermo non hanno opposto alcuna resistenza, anche perché abituati a trascorrere diversi periodi della loro vita presso le strutture carcerarie di Ragusa e non solo, nonostante il loro aver più volte manifestato alle vittime l’assenza di paura della Polizia di Stato. Una volta catturati tutti e tre i soggetti, gli uomini della Squadra Mobile e del Commissariato di Comiso, li hanno condotti presso gli uffici della Questura di Ragusa per procedere alla loro identificazione mediante la Polizia Scientifica e la notifica degli atti di Polizia Giudiziaria a loro carico.
“La Polizia di Stato, grazie anche alla collaborazione di onesti cittadini e ad accurate e delicatissime indagini, ha permesso di liberare la città di Comiso da tre delinquenti che erano diventati il terrore di molti commercianti e non solo. È auspicabile che altre vittime possano recarsi presso gli uffici della Squadra Mobile o del Commissariato per denunciare fatti reato subiti e mai denunciati”.