La Cgil di Ragusa insieme alla categoria degli edili la Fillea, esprimono profondo cordoglio per la tragedia avvenuta ieri a Pozzallo, dove un operaio di 36 anni ha perso la vita durante il lavoro. Il giovane lascia la moglie e i figli, una famiglia distrutta da un evento che non dovrebbe mai accadere.
«Un’altra tragedia, un altro operaicidio — dichiara Salvatore Tavolino, Segretario Generale della Fillea Cgil Ragusa —. Un ragazzo di appena 36 anni non tornerà più a casa ad abbracciare i suoi bambini e sua moglie. È impossibile rassegnarsi a queste morti. Ci chiediamo perché sia potuto succedere, perché ancora una volta qualcosa non abbia funzionato. I tanti perché divorano le nostre coscienze. Non si può parlare di fatalità : quando si muore sul lavoro, significa che una o più condizioni non hanno garantito sicurezza. E questi interrogativi devono avere risposte, subito.»
L’Italia continua a registrare numeri drammatici: quasi quattro morti sul lavoro al giorno, duemila infortuni quotidiani, uno ogni cinquanta secondi.
Dietro queste cifre ci sono persone, nomi, famiglie che non potranno più tornare alla loro normalità . L’edilizia è tra i settori più colpiti, mentre i dati continuano a mostrare un trend in crescita.
«Se i numeri descrivono uno scenario da guerra civile — afferma Giuseppe Roccuzzo, Segretario Generale della Cgil Ragusa — allora dobbiamo chiederci se il nostro Paese stia facendo tutto il necessario per prevenire queste tragedie. Ci chiediamo se oltre ai controlli, ci si rendano conto che le norme sugli appalti e subappalti vanno rapidamente riviste in modo profondo. Anche la patente a punti si è rivelata finora insufficiente: serve una riforma vera, efficace, non solo annunciata.»
Comprendere le cause non è impossibile: serve volontà politica, risorse, competenze e un impegno reale per costruire una cultura della sicurezza che sia prioritaria e non subordinata a logiche di risparmio o velocità nei cantieri.
«Capire per prevenire — concludono Tavolino e Roccuzzo — non è uno slogan. È l’unica strada per evitare che si ripetano tragedie come questa. Chiediamo investimenti, controlli, formazione, e un’assunzione di responsabilità da parte di tutti gli attori coinvolti. La sicurezza deve essere un diritto inviolabile, non un costo da tagliare.»
La Cgil di Ragusa si stringe attorno alla famiglia dell’operaio e alla comunità di Pozzallo, rinnovando il proprio impegno quotidiano per la tutela dei lavoratori e per una radicale trasformazione della sicurezza nei luoghi di lavoro.

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