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Latitante dal 2013, è stato arrestato dalla Polizia a Comiso

In manette un guineano di 22 anni

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La Polizia di Stato, Questura di Roma - Ufficio Immigrazione e il Commissariato di Polizia di Comiso hanno eseguito  una ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Broulaye Traore, nato in Guinea 22 anni fa e domiciliato a Comiso. Il giovane si era reso  latitante dal 2013. Era stato condannato per innumerevoli casi di spaccio di sostanze stupefacenti tipo marijuana e hashish che vendeva anche a minorenni. I fatti si sono regitrati a Comiso da febbraio a giugno 2013. Per sfuggire al carcere si era dato alla macchia. 

Tutto è iniziato quando nell'aprile 2013 personale della Polizia Giudiziaria in forza al Commissariato di Polizia di Comiso aveva notato alcuni giovani, noti assuntori di sostanza stupefacente, che percorrevano a piedi piazza Aurelio Saffi; uno dei ragazzi fermati, all'epoca dei fatti quattrordicenne, lasciava cadere in terra un involucro immediatamente recuperato che conteneva 1,75 grammi di marijuana.  Il ragazzo veniva accompagnato presso gli uffici e dal controllo del cellulare si appurava che tra le ultime conversazioni ve ne era una effettuata verso un numero del gestore di telefonia mobile Wind che risultava essere intestato a Traore, noto ai poliziotti comisani come spacciatore ed arrestato alcuni giorni prima a Comiso sempre per spaccio; l’uomo abitava a poche decine di metri dal luogo nel quale erano stati fermati i due in possesso dello stupefacente.

Un nuovo servizio veniva effettuato il 02 aprile 2013 alle ore 18:15 quando personale in servizio di P.G. transitava in via S. Biagio e, giunto all’altezza della Piazza Fonte Diana, notava sostare nei presi di un phone center lo stesso Traore che veniva contattato da tre giovani. Gli agenti si appostavano e decidevano di seguire i movimenti dei presunti acquirenti fermandosi in modo da poter osservare sia la zona della piazza sia la via dove avveniva solitamente lo scambio fra l'acquirente e lo spacciatore.

Notavano anche che il migrante,  dopo un breve dialogo, si allontanava in direzione della Piazza Fonte Diana mentre i tre giovani si dirigevano in direzione della Via Silvio Pellico, luogo di dimora dello spacciatore, e uno dei tre si allontanava dirigendosi all'interno di questa via. Poco dopo ritornava dagli altri due amici con i quali si allontanava in direzione di Piazza Aurelio Saffi; a quel punto i tre venivano fermati e controllati ed identificati. Durante il controllo addosso al ragazzo che si era allontanato gli agenti rinvenivano un involucro contenente della marijuana. Tutti i soggetti venivano accompagnati in ufficio per essere affidati ai genitori, essendo minorenni. Il ragazzo confermava di aver acquistato poco prima, al costo di 10 euro, la dorga da un giovane di “colore” che è solito sostare nei pressi del Phone Center. 

A seguito di questi due episodi veniva avviata l’attività di indagine con richiesta alla Procura e coordinata dalla PM Federica Messina.

Il Traore però dimostrandosi molto scaltro ed avvezzo all’attività delittuosa, cambiava il “modus operandi” modificando molto spesso sia il luogo degli incontri con gli acquirenti sia le utenze telefoniche per i contatti.  Nonostante questo venivano approntati vari appostamenti al fine di osservare la sua  attività. In un caso nell'aprile 2013, l'uomo, vistosi scoperto, ha iniziato a correre, riuscendo a far perdere le proprie tracce.  Da quel momento in poi il Traore si faceva vedere sempre meno nella sua abitazione abituale e cambiava anche il luogo ove effettuare le consegne. Decine inoltre le conversazioni telefoniche giornaliere che venivano intercettate sull’utenza in uso al Traore.

Oltre 80 i casi di cessione accertati nei confronti dello spacciatore il quale periodicamente gettava il telefono e cambiava numero e anche piazza di spaccio, ma continuava nella sua attività rendendo difficoltosa la sua individuazione. L’uomo, che era inoltre sottoposto all’obbligo di firma presso il Commissariato di Comiso per i suoi precedenti, ad un certo punto ha fatto perdere le proprie tracce ed ha abbandonato definitivamente la città.  Le ricerche sono state rese difficoltose dalla sua condizione di soggetto in attesa di permesso di soggiorno per protezione sussidiaria e senza alcun vincolo sul territorio nazionale, quindi girovago e senza fissa dimora. Solo recentemente, essendo in attesa di questo permesso, si è presentato all’ufficio stranieri della Questura di Roma fornendo altre generalità, le stesse che aveva in passato dato per istruire la pratica di rilascio del permesso, sperando di passare inosservato. L’inserimento delle impronte tramite Afis e l’inserimento del mandato di cattura ai terminali della Polizia non sfuggiva però agli agenti di Roma i quali, raccordandosi con il Commissariato di Comiso, eseguivano l’arresto del Traorè che dopo più di due anni di latitanza veniva condotto nel carcere romano di Regina Coeli.

 

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