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Due istituti religiosi ragusani truffati in pochi giorni

I Carabinieri hanno individuato i responsabili: sono due Piemontesi

Redazione
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Pure gli istituti religiosi iblei finiscono, oramai, nei mirino dei truffatori. I carabinieri di Ragusa hanno denunciato due torinesi di 28 e 23 anni per una truffa e una tentata truffa messi a segno la scorsa settimana.

Nel primo caso una suora di un convento di Vittoria si è presentata in caserma dopo aver scoperto che l'INPS era chiusa. Il truffatore, infatti, le aveva dato appuntamento presso gli uffici ragusani dell'Istituto Nazionale di Previdenza, dopo averle inviato una raccomandata con cui chiedeva un versamento di più di 2.000 euro per sanare una situazione previdenziale di una consorella defunta. La suora, recatasi alle poste di Vittoria, aveva spedito la somma con un vaglia postale e poi si era recata a Ragusa per trattare la pratica all'INPS, dove però le hanno detto di essere completamente all'oscuro di tutto. Giunta in caserma è stata portata alle poste a bloccare il vaglia e, per fortuna, l’operazione è andata a buon fine. Dopo pochi minuti, infatti, la donna è stata chiamata da un sedicente avvocato di Torino che le ha domandato spiegazioni e, dopo averla insultata, ha riagganciato.

Il giorno successivo l'altra vicenda, dall'epilogo purtroppo più triste, poiché le suore hanno perso i soldi, frutto di un prestito da parte di conoscenti. Una delle consorelle ha versato 1.500 euro alle poste di Santa Croce Camerina ad un presunto avvocato di Settimo Torinese, che però, questa volta, è stato più veloce e, pochi minuti dopo il vaglia, ha incassato la somma. Arrivata all'INPS alle ore 19, la sorella ha ovviamente trovato chiuso e altro non le è rimasto da fare che denunciare il fatto.

Avviate le indagini, i Carabinieri hanno identificato i sedicenti avvocati, scoprendo che sono dei truffatori di lungo corso, avvezzi a questo tipo di reato. Anche se difficilmente la cifra potrà essere recuperata, i Militari dell’Arma hanno segnalato all'Autorità Giudiziaria della Procura della Repubblica di Ivrea i due giovani che, probabilmente, hanno operato in concorso con altre persone. Per questo le indagini continuano.
 

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