Importanti novità giudiziarie sulla morte di Roberto Gambina, il 19enne vittoriese ritrovato in fin di vita, il 20 novembre 2015, nel cortile della scuola di Vittoria che frequentava. Il giovane è morto lo stesso giorno all'ospedale. Alla mamma dicono che Roberto si è suicidato, lanciandosi da un terrazzo che si affacciava sul cortile, ma la donna ed i familiari non hanno mai creduto a questa versione e si sono rivolti anche alla trasmissione televisiva "Chi l'ha visto".
Ora il Gip presso il Tribunale di Ragusa ha rigettato la richiesta di archiviazione formulata dalla Procura della Repubblica ritinendo meritevoli di approfondimento i supplementi di indagine (indicati nell'opposizione all'archiaviazione) richiesti tramite gli avvocati difensori, il medico legale di parte, l'analista forense e la psicologa. Un tassello importantissimo che potrebbe chiarire alcuni aspetti fondamentali sulla morte del giovane.
Quella mattina alla mamma di Roberto, viene detto che il ragazzo si era rotto l’osso del collo ma, nonostante fosse morto un ragazzo, i genitori riferiscono che le attività scolastiche sono continuate normalmente. Emergono, a questo punto, le prime contraddizioni: c’è chi riferisce ai parenti che Roberto sia caduto dalle scale, chi dalla finestra, chi dal muretto. Gli avvocati della famiglia hanno riferito che nessuno ha transennato la scena: i Carabinieri, secondo le ricostruzioni, sarebbero arrivati intorno alle 10.30 e in cortile vi erano tutti i ragazzi. La scena, dunque, risulterebbe completamente inquinata. Le indagini, insomma, sobon ripartiteper impulso della famiglia.
In un servizio andato in onda sempre nella nota trasmissione Rai, viene ricostruita quella mattinata. Il ragazzo è arrivato a scuola in ritardo perché prima aveva avuto un piccolo incidente in macchina. A causa di questo piccolo incidente, Roberto chiede aiuto allo zio meccanico che va a recuperarlo con il carroattrezzi e lo accompagna a scuola. Il Dirigente Scolastico, riferisce agli inviati di "Chi l'ha visto" la testimonianza del professore presente in classe: il ragazzo sembrava turbato ed aveva di andare in segreteria. Non rientrerà più. Sul registro, la presenza di Roberto è segnata alle 9.24. Ci sarebbero, dunque, 24 minuti di buco fra il momento in cui Roberto viene accompagnato dallo zio e il momento in cui entra effettivamente in classe. Nessuno, però, dopo l’uscita dall’aula lo vede gettarsi nel vuoto.
Sul corpo di Roberto, e questi sono forse gli indizi più inquietanti, sono stati ritrovati dei segni che l’autopsia di parte, effettuata il 25 novembre, ha escluso possano essere stati conseguenza della caduta: le nocche graffiate come se avesse dato dei pugni, una grossa echimosi alla tempia destra e il padiglione auricolare destro quasi completamente staccato. Il corpo di Roberto, infine, sarebbe stato ritrovato in cortile in una posizione innaturale per una caduta. Secondo gli inquirenti, infatti, il ragazzo sarebbe caduto all’indietro, ed è stato ritrovato a pancia in su e con i piedi rivolti verso il vicino canestro e non verso la scala dalla quale si sarebbe lanciato. Macchie di sangue, infine, sono state ritrovate sparse un po’ in tutto il cortile e sui gradini della scala, secondo quanto ricostruito dalle foto scattate dai parenti.
(nella foto la mamma di Roberto mentre protesta, qualche mese fa, per chiedere giustizia per il figlio)