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Chiuso il caso Guarascio: accolta la richiesta del Procuratore, nessuna istigazione al suicidio.

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Ricorderemo tutti il triste caso che colpì’ la famiglia Guarascio a maggio del 2016: Giovanni Guarascio, muratore di 64 anni, si diede fuoco utilizzando il più comune dei combustibili, la benzina, per evitare che la casa di sua proprietà venisse messa all’ asta e venduta.

Come molti, anche il Guarascio si era ritrovato in condizioni di ristrettezza economica e non potendo più assolvere ai suoi pagamenti, su ordine del Tribunale di Ragusa, si ritrovò la casa all’asta, il frutto, cioè, di tanti ed enormi sacrifici, tirato su con fatica e “sangue”.

Nonostante tentarono di salvargli la vita, Giovanni Guarascio morì in ospedale per le gravi ustioni riportaste. Anche i due poliziotti che cercarono di spegnere le fiamme rimasero gravemente feriti.

Per quel drammatico e triste gesto furono indagati, per istigazione al suicidio, Orazio Sciagura, Daniele Drago e Giuseppe Cassarino, nei confronti dei quali sono cadute tutte le accuse.

il Gip del Tribunale di Ragusa Giampiccolo, infatti,  ha accolto la richiesta dell'allora Procuratore Carmelo Petralia, archiviando il caso.

Una triste pagina di storia vittoriese che si chiude definitivamente nella carte, ma non nella memoria di un uomo che ha sacrificato la propria vita per la sua famiglia, per l'ingiusta Legge ( sed Lex nda), per la difesa del bene più caro: la propria casa.

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