La scorsa settimana è stata data notizia dell’avviso di chiusura delle indagini relativamente all’operazione “Exit poll” che vede proposti per il rinvio a giudizio per i reati di corruzione elettorale tra gli altri l’ex sindaco Nicosia e l’attuale Moscato, e per voto di scambio politico-mafioso il consigliere Nicosia Fabio( poi dimessosi ). Inoltre nell’ambito di tale avviso è stata ulteriormente ribadita e riaffermata la totale estraneità ai gravi fatti ed alle indagini dell’On. Francesco Aiello, il quale MAI è stato indagato. Tutto ciò si interseca con l’attività della commissione prefettizia che in attività ispettiva della durata di sei mesi ha effettuato un’approfondita attività ispettiva e redatto il relativo verbale su cui dovranno pronunciarsi il Consiglio dei Ministri ed il Ministro degli Interni, sulla eventualità di sciogliere o meno, per voto di scambio politico mafioso, il Consiglio comunale di Vittoria e dell’attuale Amministrazione Comunale e contestuale commissariamento. A nostro avviso, sulla risultanza delle indagini e delle conclusioni delle attività della Magistratura inquirente, ricorrono tutte le condizioni per portare allo scioglimento del Comune di Vittoria, il quale, se da un lato è un fatto grave per la vita democratica della città e per il suo sviluppo, lo riteniamo un atto necessario, urgente ed imprescindibile, affinchè finalmente si ponga un argine al sempre più forte potere di lobby affaristiche che determinano e condizionano la vita democratica della città ed il suo sviluppo. Di fronte alla proposta di rinvio a giudizio con i gravi reati contestati un Sindaco che ha rispetto per se stesso ed i cittadini avrebbe dovuto da subito rassegnare le dimissioni , sia per dare un preciso segnale alla città che per consentirgli una più fattiva e serena difesa in occasione del processo, ma, con grande stupore, in questi giorni registriamo un rincorrersi di dichiarazioni da parte degli esponenti dell’attuale amministrazione, dei loro accoliti e di qualche “solone locale” di elaborazioni e tesi tendenti, non solo, a separare la corruzione elettorale dal voto di scambio politico mafioso, come se i fatti e gli accadimenti puntualmente rilevati dalla Magistratura fossero scissi tra loro e non costituissero “l’unicum” che ha determinato l’alterazione del voto in occasione delle elezioni amministrative del 2016 e che pertanto non deve essere sciolto il consiglio comunale; inoltre tali tesi vengono prontamente rilanciate dai “cantori” locali, che abilmente fanno in modo da confondere la pubblica opinione. Tutti parlano e straparlano, chi mette in dubbio l’operato della Magistratura, chi dopo due anni di oblio e sonno, dopo aver richiesto il rinvio del ballottaggio all’indomani degli avvisi di garanzia, si pone il problema della legalità e della trasparenza e chiede lo scioglimento del civico consesso, ma ribadiamo, di cosa vi siete occupati in questi due anni??? La cosa più stupefacente è il comunicato dei gruppi consiliari di maggioranza che oltre a ribadire l’estraneità dei coinvolti ai gravissimi fatti accertati, addita come nemici della città coloro i quali chiediamo, a malincuore, ma come atto necessario, lo scioglimento del comune di Vittoria ed il commissariamento che porrebbe fine ad una tra le peggiori amministrazioni comunali che la Storia della città ha conosciuto, nata dall’onda emozionale dell’amore e del cambiamento e rivelatasi solo il risveglio da un brutto sogno. Attendiamo con fiducia e rispetto le decisioni della Magistratura e del Consiglio dei Ministri, respingiamo con forza e sdegno le accuse di essere nemici della città solo per chiedere quello che è un atto dovuto previsto dalle Leggi vigenti, così come avvenuto in centinaia di Comuni d’Italia, dove nel rispetto dei relativi articoli di Legge, il solo sospetto di infiltrazioni della Mafia, porta allo scioglimento dei comuni e contestuale commissariamento.