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E' scontro tra Aiello e l'attuale sindaco uscente: non si placa la querelle

"Si rassegni Nicosia e non crei allarmismi"

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Toni accesi e commenti al "vetriolo", niente da fare tra Aiello e l'attuale sindaco Nicosia non si placa l'inesorabile querelle, tra l'altro prevista proprio "in dirittura d'arrivo" verso queste anomale elezioni amministrative dalle pluricandidature.

Riportiamo quanto inviatoci dal candidato a sindaco Francesco Aiello:

"NICOSIA NA STRATA DI NESCIRI AL RUMOR DI QUEL METALLO ( QUELLO DELLE INDAGINI ) UN VULCANO E’ LA SUA TESTA Ineleggibilità ed incompatibilità Prendo atto di risultare agli occhi di Nicosia & company pericoloso e fastidioso sotto il profilo elettorale perché capace di scoprirne gli altarini e di denunciarli pubblicamente; prendo altresì atto della sua immensa arroganza e scorrettezza, atteso che ritiene di idenficarsi con il Comune stesso, non rinunciando a diffondere allarmismi e confusione per trarne profitto. La pretesa mia incompatibilità ex art. 63 D.Lgs. n.267/2000, infatti non esiste per vari motivi: 1-non ho mai promosso alcun giudizio contro il Comune di Vittoria, né mai avrei potuto, pur quando ne avevo interesse, perché ho sempre anteposto l’interesse della città ai miei personali o a quelli dei miei familiari; i miei figli lavorano all’estero e mia moglie non ha incarichi comunali. 2-Ho, è vero, delle pendenze civili e penali, nelle quali il Nicosia ha ritenuto di coinvolgere il Comune per una sua furba ed interessata scelta: a-quella di far pagare al comune i suoi avvocati, che appartengono al proprio studio o a quello dell’amico Giurdanella; b-quella di prospettare ai Magistrati un interesse collettivo in realtà inesistente; c-quella di potere ora sostenere la mia incompatibilità. I giudizi pendenti, infatti, sono stati tutti iniziati dal Nicosia e non da me. 3-I giudizi pendenti si riferiscono a quattro o cinque procedimenti penali, innescati con querele da Nicosia, e a due procedimenti civili. Quest’ultimi due, sempre iniziati da Nicosia, sono pendenti uno avanti la Corte di Appello di Catania, avendo Nicosia perso il 1° grado e proposto apello, ed uno avanti al Tribunale di Ragusa. Quest’ultimo processo è addirittura paradossale perché con la causa civile Nicosia ha provato ad estorcermi la somma di € 34.700,00, da me non dovuta perché la Regione l’aveva già trasmessa al Comune di Vittoria nel 2009. Poiché, però, Nicosia voleva comunque farmi pagare qualcosa, tanto per provare a zittirmi con le minacce di un danno ingiusto quale quello di una causa civile, tanto paga il Comune di Vittoria, ha dato incarico all’Avv. Assenza di un parere per farmi causa. L’Avv. Assenza, da quel galantuomo qual è, ha riferito che non mi potevano fare causa, ma, se c’era un danno per il comune, doveva segnalarlo alla Corte dei Conti, che ha la giurisdizione esclusiva dei danni erariali. Non contento di tale parere, ha dato altro incarico al suo amico Giurdanella, il quale, con un parere co’ trasi e niesci ha stabilito che mi potevano fare causa, guadagnandosi così la somma di € 8.000,00 circa. Dopo due anni, febbraio del 2014 mi hanno notificato l’atto di citazione; poiché nel frattempo avevo acquisito, come prevede lo statuto comunale tramite l’accesso agli atti, la prova che la somma era stata data dalla Regione, per cui non c’era alcun danno da farmi pagare, hanno provato a lasciar perdere la questione, che io sto coltivando per farne pagare le spese ed il risarcimento dei danni proprio al Nicosia, che dovrebbe essere indagato dalla Procura della Repubblica di Ragusa e da quella della Corte dei Conti di Palermo, sia per aver tentato di estorcermi senza motivo una somma già data dalla Regione, sia per le spese inutili fatte sempre a carico del Comune di Vittoria. I procedimento penali sono dovuti alle querele fatte da Nicosia per provare a rintuzzare i miei attacchi politici, che ho sempre ritenuto doveroso muovere quale consigliere di opposizione, specialmente quando ho scoperto che all’AMIU faceva assumere chi voleva senza seguire la graduatoria e, addirittura, si dava il TFR che non era ancora maturato, a futura memoria, tanto paia cappeddazzu! 4-L’art. 63 del D.Lgs. 267/2000 in effetti prevede l’incompatibilità all’elezione di Sindaco di chi ha liti pendenti con il Comune, ma devono essere iniziate dal medesimo soggetto e non subìte ad arte e, inoltre e soprattutto, non devono riguardare fatti commessi nell’esecizio del mandato pubblico ricevuto dagli elettori. In tal senso si sono espresse tutte le sentenze dei Tribunali amministrativi e della Corte di Cassazione. Il T.A.R. Lombardia Brescia Sez. I, 16-10-2014, n. 1066 ha stabilito che “La deroga ex art. 63, comma 3, D.Lgs. n. 267 del 2000, all'ipotesi di incompatibilità prevista dal comma 1, n. 4) della medesima disposizione per gli amministratori e consiglieri comunali e provinciali, nel caso in cui la lite riguardi un fatto connesso con l'esercizio del mandato, va intesa non soltanto con riferimento alle controversie che risultino strettamente correlate ai compiti istituzionali del soggetto della cui incompatibilità si discute, bensì anche a quelle in cui lo stesso faccia valere, ancorché in modo errato o infondato, interessi della collettività inerenti la funzione pubblica in questione”. La Cassazione civile Sez. I, 28-01-2013, n. 1805 (rv. 625188) ha indicato uno specifico caso di incompatibilità, laddove l’amministratore o consigliere comunale, anziché agire nell’ambito del mandato ricevuto per gli interessi pubblici, agisce quale privato cittadino per gli interessi propri per avere “proposto ricorso al giudice amministrativo in ordine ad una delibera di revoca di rilascio di autorizzazioni paesaggistiche incidenti sulla domanda di condono dal medesimo avanzata”; lo stesso principio si ricava dalla Cass. civ. Sez. I, 28-12-2010, n. 26210 (rv. 615707) ove si sostiene che “In tema di elettorato passivo, la causa d'incompatibilità per lite pendente prevista dall'art. 63, primo comma, n. 4, del d.lgs. n. 267, sussiste qualora il sindaco sia evocato in causa dal comune, ai sensi dell'art. 2476 cod. civ., quale amministratore di una società da esso partecipata, per i danni arrecati nella gestione, stante il conflitto d'interessi sostanziale con l'ente locale”. Si rassegni Nicosia, quindi, e cerchi di fare coretta campagna elettorale se ci riesce, senza creare allarmismi inventandosi motivazioni inesistenti, visto che fa l’avvocato."

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