La senatrice del PD, Venera Padua interviene sul fenomeno del caporalato: “Nel ddl sul contrasto al fenomeno del caporalato e del lavoro nero in agricoltura c'è una disposizione, introdotta dall'Aula del Senato, molto importante per le imprese agricole del Sud, che riguarda i contratti di riallineamento retributivo dei lavoratori”. L'obiettivo della norma è quello di risolvere il contenzioso Inps/aziende inerente gli accordi provinciali di riallineamento retributivo. Le sue dichiarazioni: “La questione verteva sull'applicazione di benefici contributivi per quelle aziende del Mezzogiorno che avessero recepito gli accordi provinciali di riallineamento stipulati dalle associazioni degli imprenditori e dalle organizzazioni sindacali locali, aderenti o collegate a quelle maggiormente rappresentative sul piano nazionale. A questi accordi, per la legge, veniva riconosciuta “validità pari a quella attribuita ai contratti collettivi nazionali di lavoro di riferimento”. Tuttavia è successo che in alcune aree del Sud, come in provincia di Ragusa, a partire dal 2006 l'Inps abbia eseguito verifiche ispettive a seguito delle quali, mutando più volte orientamento all'interno di un quadro normativo sempre più incerto, ha sanzionato numerose aziende, disconoscendo la validità degli accordi e recuperando le agevolazioni contributive fruite tramite la notifica di verbali milionari. Insomma, la conseguenza di tutta questa faccenda è stata quella di rischiare di mettere in ginocchio quelle imprese agricole che, credendo di aver agito nel rispetto della legalità e in perfetta trasparenza, avevano sottoscritto i contratti con l'assistenza delle parti sociali. Il contenzioso con l'ente previdenziale, infatti, è tuttora in corso e senza una veloce risoluzione della questione si avrebbero danni imponenti per il settore agricolo. Basti pensare che nel territorio ibleo sono attive quasi 11mila aziende agricole, con un fatturato di 800 milioni annui, e a quelle multate è prevista la preclusione di ogni forma di accesso al credito, il rilascio del Durc, la partecipazione ai bandi del Psr ed alla fruizione della Pac. Ora serve il sì definitivo di Montecitorio per risolvere una questione annosa e controversa”.