Perdere una persona cara è sempre una esperienza drammatica che segna la vita e procura ferite profonde nell’anima e che si riflettono, in molti casi. Anche sul nostro corpo, debilitando e prostrando il fisico.
Soprattutto se si perdono figli!
Somatizzare ed accettare un lutto è un percorso difficile, che costa molto sacrificio in termini emotivi e psicologici; il distacco fisico dalla persona amata non sempre è accettato, in moltissimi casi viene rifiutato, con l’ inevitabile conseguenza di un forte stress emotivo che spesso è causa di depressioni.
Come intervenire e come assistere chi è stato colpito da un grave lutto?
L’ufficio diocesano per la Pastorale della salute della diocesi di Ragusa, ha pensato bene di organizzare un momento di condivisione con le famiglie che portano il peso della grande sofferenza per la perdita dei loro cari, con una iniziativa che si è tenuta presso il cimitero di Ragusa centro. Un momento caratterizzato dalla preghiera del Rosario mariano.
“Il primo sabato del mese di novembre - dice il direttore dell’ufficio, don Giorgio Occhipinti – è dedicato al Cuore immacolato di Maria e alle apparizioni della Madonna a Fatima. Abbiamo affidato all’intercessione dei due bambini santi - Giacinta e Francesco - le giovani vite spezzate”
I due bambini, cuginetti di Giacinta, morirono a causa della famigerata Spagnola, a distanza di pochissimi anni dalle famose Apparizione in “Cova d’Iria” a Fatima nel nel 1917, lasciando ai loro familiari un grande esempio di fede.
Assistere una persona colpita da lutto non è un compito semplice e richiede, secondo Don Occhipinti , “una formazione umana oltre che spirituale, ciò che spesso manca ai volontari e alle comunità parrocchiali e a tutti coloro che sanno che non possono esistere gesti speciali da compiere o “frasi fatte” che tutti conoscono per poter alleviare la sofferenza”.
Chi ha subito un grave lutto ha bisogno di sentire la presenza affettiva di amici e conoscenti e di sapere di avere accanto persone realmente attente e disponibili all’ascolto.
Continua Don Giorgio:” Noi non siamo chiamati a dare ricette del tipo: “Non devi andare sempre al cimitero”, “Il tempo guarisce le ferite”. Niente di più falso. Non si può cancellare con una spugna la lavagna, il dolore della perdita dei figli. Il nostro ufficio non organizza incontri specifici sul settore basati su metodologie relative a come elaborare il lutto. Piuttosto vuole creare una rete di vicinanza e un rapporto di amicizia con le famiglie. È questa l’esperienza più bella che insieme a tanti cari amici condividiamo”.
La giornata è poi proseguita presso la Cappella dell’ Ospedale Civile di Ragusa per la celebrazione della S. Messa in onore delle giovani vite spezzate.