Chi passeggiando in campagna non ha mai notato il bellissimo paesaggio costellato e frazionato – quasi a ragnatela – dagli splendidi ed artistici “muri a secco”?
Chilometri di tracciati che separano un podere dall’altro, una proprietà da quella vicina e disegnano una trama, spesso intricata, che lascia a bocca aperta per la particolarità delle opere e per la loro “forza” di resistenza al tempo, alle intemperie, al caldo ed al sole, al passaggio degli uomini e degli animali ed ogni altro elemento naturale; loro sono sempre li e rimangono immutate nel tempo, sentinelle mute e guardiani di un passato lontano.
E dobbiamo risalire fino ai tempi preistorici per ricercare questa antica tecnica, indicativa di un rapporto armonico tra uomini e natura e tra le prime fatture umane esistenti; la tecnica e l’arte del muro a secco interessa a vario titolo quasi tutte le regioni di Italia, non solo la Sicilia.
E questa antica arte non è passata inosservata: l’Unesco ha iscritto “L’Arte del muro a secco” nella lista degli elementi immateriali dichiarati Patrimonio dell’umanità’ E’quanto si legge in un post sul profilo Twitter dell’organizzazione che si congratula con gli 8 Paesi europei che hanno presentato la candidatura, ovvero l’Italia, la Croazia, la Francia, Cipro, la Slovenia, Grecia, Spagna e Svizzera.
Per farla breve, i muri a secco italiani come quelli degli altri partner europei sono stati aggiunte alla lista dell’Unesco quali patrimonio dell’umanità.
L’Unesco ha riconosciuto l’importanza dei muri a secco ma soprattutto l’arte con cui sono costruiti con pietre impilate una sull’altra senza utilizzare altro materiale se non terra asciutta Il comitato, che ha vagliato la proposta ha dichiarato che la candidatura è conforme ai criteri di patrimonio culturale intangibile.
Tra questi criteri c’è il fatto che la tecnica è “vivente”, cioè è ancora di uso comune, e il ruolo fondamentale che gioca nella conservazione dell’ambiente e del paesaggio. L’Unesco è rimasta particolarmente impressionata dalla cooperazione internazionale nello scambio delle migliori pratiche per il mantenimento in vita della tecnica.
Un patrimonio da salvaguardare e valorizzare, figlio della nostra cultura più antica ed ancestrale, realizzato da mani sapienti ed esperte, da intagliatori della dura e resistente pietra di Comiso, molti distrutti per incuria dell’uomo, altri per depredazione della pietra, magari per abbellire qualche villa e casa privata di campagna. La storia è maestra di vita ed i muretti a secco la sanno davvero raccontare bene!
(foto repertorio web)