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E' stato riaperto al culto l'antico Altare Reliquiario presso la parrocchia Santa Maria Maddalena

Un gioiello di arte e spiritualità

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Sembrava una impresa impossibile, oltre che titanica per i costi; restaurare l’antico e settecentesco Altare reliquiario della Chiesa di Santa Maria Maddalena a Vittoria rimaneva un sogno.

Eppure ci hanno creduto fino alla fine perché non si sarebbero potuti concludere i festeggiamenti per il 50mo di istituzione canonica della Parrocchia, senza lasciare un “segno” visibile  e tra le tante difficoltà incontrate, le pastoie burocratiche, sono riusciti – anche bene – nell’impresa.

Il Comitato dei festeggiamenti ed il parroco, Don Giuseppe Di Corrado, con la tenacia di chi è consapevole di avere una grande responsabilità, cioè quella di consegnare alle generazioni future ed alla città un vero gioiello di arte e storia, hanno lanciato una sottoscrizione alla quale hanno risposto positivamente imprenditori, ditte, aziende del territorio, oltre a tanti parrocchiani e a molti vittoriesi anche di oltre oceano.

Tra questi il giovane parrocchiano e cultore di storia locale Gaetano Bruno, che con passione ha riscritto la storia della presenza dei Frati del Popolo, i Cappuccini a Vittoria e che ha voluto generosamente donare i proventi della seconda edizione, all’opera di restauro dell’Altare. Bruno ha curato anche la risistemazione delle reliquie dei Santi  e delle varie teche.

I lavori sono stati eseguiti dalla ditta Giallongo e Figli, sotto il vigile ed attento sguardo della dott.ssa Anita Causapruno che ha seguito i lavori per conto della Sovraintendenza ai Beni Culturali di Ragusa, in concorso con l’ufficio per i beni artistici della Diocesi di Ragusa; la ditta per quattro mesi consecutivi, con maestria e professionalità, ha curato questo “malato speciale” millimetro per millimetro, debellando il tarlo che aveva corroso il mobile, con prodotti speciali, ripristinando i colori originali del legno. L’ultimo intervento risaliva al 1943 ma i Frati Cappuccini dell’epoca si erano limitati ad una verniciatura e a spostare l’altare dalla posizione originaria a quella attuale. Si pensa infatti - e con molta probabilità -che il reliquiario non sia stato mai restaurato del tutto.

L’Altare reliquiario fu costruito per conservare il settecento simulacro della madonna di Loreto, la cui devozione era moto sentita a Vittoria; alto circa 5 metri e largo 3 metri, contiene 102 reliquie (delle 126 originarie) di vari Santi. Abbiamo notizie certe già a partire dal 1784 e in pochi sanno che fu dichiarato Cappella Realenel 1793 e successivamente “Monumento nazionale” nel 1923 insieme allo splendido Altare Maggiore intarsiato della Chiesa. Non si hanno fonti certe sugli autori ma si pensa che l’opera sia frutto di artisti ed ebanisti professionisti quali il maestro Carmelo D’Asta e gli stessi Frati Fabbriceri, ed è stato realizzato con l’utilizzo di legni pregiati quali il palissandro, l’abete, la radica ed altri ancora.

Ieri sera, in una Chiesa gremitissima, si è tenuta la presentazione del restauro e la benedizione della Cappella che è stata riaperta al culto.

“Si tratta – ha commentato il parroco Don Giuseppe di Corrado – di una cappella contenente reliquie di Santi anche dei primi secoli del cristianesimo, quindi oggetto di culto e venerazione, ma allo stesso tempo è un opera d’arte che andava salvaguardata e restituita alla città. L’altare rappresenta un segno concreto della storia e della cultura di Vittoria”.

Lo stesso ha ringraziato il Comitato dei festeggiamenti e “il Signore per la forza e la volontà di portare a termine questa opera e per la mia comunità fattiva ed operosa”.

Gaetano Bruno ha di seguito descritto l’altare nella sua interezza, con cenni storici interessanti ed inediti, frutto dei suoi studi e delle sue appassionate ricerche. A fargli da eco la dott.ssa Anita Causapruno, tecnico del restauro per conto della Sovraintendenza di Ragusa, che ha descritto invece il mobile nelle varie fasi dei lavori attraverso il supporto di slides e foto.

“Un gioiello nel gioiello, un opera nell’opera – ha commentato la restauratrice – un restauro complesso e difficoltoso per la conformazione stessa del mobile, degli intarsi e delle teche e lo stato di degrado in cui versava. Un tesoro di arte e spiritualità restituito alla città e alla devozione dei fedeli”.

Tanti i ringraziamenti ed in primis alla ditta Giallongo per la professionalità, la serietà, la passione e l’impegno. L’evento si è concluso con la benedizione dell’Altare. Lo stesso sarà ora valorizzato grazie ad una illuminazione particolare e speciale.

Un vero gioiello che rivive in tutto il suo splendore originario. Tornato ai suoi antichi lustri e fasti. Sembra di tornare indietro di tre secoli e riammiralo così come lo videro per la prima volta i nostri avi.

Don Di Corrado: “ Tutto per la maggior gloria di Dio”.

 

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