Vittoria è il più giovane Comune delle dodici terre, per fondazione, sviluppo territoriale e sociale. Fondato 412 anni fa, nel 1607 dalla Contessa Vittoria Colonna, crebbe rapidamente grazie alla laboriosità dei suoi abitanti, tanto da divenire un importante centro vinicolo fino a metà ottocento: l’esportazione di vino dalle coste di Scoglitti è ampiamente documentato e testimoniato da autorevoli fonti storiche.
Una città dalle tante sfaccettature e dai tanti tesori ancora da scoprire. Parte del suo patrimonio è andato perduto – o caduto in oblio – nel corso dei secoli, ma negli ultimi decenni, un forte movimento di riscoperta e valorizzazione si è attivato, riportando in auge splendori dimenticati.
Tutto questo grazie all’ impegno ed alla costanza di tanti concittadini “esperti” di storia locale, sensibili alla valorizzazione del patrimonio e della storia della città. Tra questi anche alcuni giovani, desiderosi di ricalcare le orme di quanti li hanno preceduti in questo arduo ma affascinate ed entusiasmante compito. Tra tutti il giovane Gaetano Bruno, cultore e studioso di storia locale, che negli ultimi anni ha riacceso i fari dell’interesse culturale, storico ed artistico, su uno dei “gioielli” della città: la Chiesa ed il Convento dei Frati Cappuccini in piazza Sei martiri (Calvario).
Bruno ha già al suo attivo ben due pubblicazioni sull’argomento: sulla storia e sulla presenza dei “Frati del popolo” a Vittoria, sulla Chiesa e le sue opere d’arte e sul meraviglioso e prezioso (ma poco conosciuti ai più) Altare Reliquiario, gioiello del settecento, dichiarato monumento nazionale, opera di fini ebanisti e maestranze locali.
Entrambe le pubblicazioni sono corredate da copie di stampe, foto e documenti originali, che valorizzano ancora di più le ricerche eseguite in archivi e biblioteche. L’amore per la storia e la “verità” non ha fermato Bruno che è tornato alla carica con una terza pubblicazione su una nuova scoperta – come spesso accade – fortuita e provvidenziale: il fonte battesimale dei trovatelli.
“Durante i lavori di restauro del reliquiario della Madonna di Loreto – racconta Bruno – eseguiti lo scorso anno in concomitanza con il giubileo parrocchiale, avevo deciso di ripulire una nicchia di circa 53 x 39 cm, contenente libri liturgici, una di quelle piccole nicchie che si trovano nelle chiese antiche. La stessa versava in pessimo stato ed era stata ricoperta – negli anni – con cartoni ed altro materiale che ne aveva provocato il totale degrado. Una volta ripulito lo spazio, mi è apparsa un piccolo catino di circa 24 cm di diametro, con un foro per lo scarico dell’acqua. Poteva essere il fonte battesimale istituito da Mons. La China a fine ottocento per i trovatelli abbandonati “o tumminu” e del quale lo stesso parla nel suo famoso libro su Vittoria?”.
Da tempo la ricerca aveva appassionato studiosi e storici, ma con scarsi risultati: dove poteva essere il fonte battesimale istituito da Mons. Federico La China? Esisteva ancora? dove era allocato? Con la passione che lo contraddistingue e lo anima, Gaetano Bruno si è lanciato in questa nuova impresa, spulciando carte di archivi e documenti anche rari ed inediti che confermerebbero la sua ipotesi.
Un nuovo tassello sulla storia post unitaria di Vittoria, sconosciuta ma intrigante, raccontata e descritta, passo dopo passo, nella sua nuova fatica editoriale “Studi di Archivio – nuovi apporti alla storia di Vittoria -” pubblicata di recente e presentata lo scorso maggio.
In questo nuovo studio, Gaetano Bruno affronta il delicato problema dei “Projetti”, ovvero i figli indesiderati, i c.d. non voluti, nati da unioni illecite e che venivano abbandonati alla “ruota” posta presso il Convento dei Cappuccini. Per essi si rendeva necessario ed urgente amministrare il sacramento del Battesimo, perché il rischio di morte prematura era altissimo.
Mons. La China, allora parroco a San Giovanni, unica parrocchia di Vittoria, autorizzato dal Vescovo di Siracusa, mons. Benedetto La Vecchia, istituì per essi il 1 novembre del 1884 un fonte battesimale, delegando P. Rosario Corbino, ex cappuccino, ad amministrare il sacramento. Il fonte venne utilizzato dal 3 gennaio 1885 fino al 16 febbraio 1930, anno in cui furono abolite le “ruote”.
Una scoperta che getta luce su un nuovo capitolo della storia di Vittoria così come la scoperta dello Statuto della Congregazione dell’Immacolata Concezione – sempre ad opera del Bruno - la prima istituita a Vittoria nel lontano 1630, ritenuta smarrita per sempre.
Grande merito va, dunque, a questo giovane e brillante cultore di storia locale ed alle sue ricerche appassionate e puntuali. Grazie alla sua sete di cultura e conoscenza, possiamo oggi godere di tesori che non conoscevamo e che possiamo consegnare con orgoglio alle future generazioni.
Credito fotografico Gaetano Bruno