Una storia "anomala" quella capitata ad una signora "vittoriese" che ci ha permesso di pubblicare i "fatti", grazie all'intervento della Confedercontribuenti di Roma.
"L'art. 119, 4° comma , del testo unico bancario (d.lgs. 385/1993) stabilisce che il cliente, colui che gli succede a qualunque titolo o che ne subentra nell'amministrazione ha diritto di ottenere, a proprie spese (solo costi di reperimento e produzione della documentazione), entro il termine di 90 giorni dalla richiesta, copia della documentazione inerente singole operazioni poste in essere negli ultimi dieci anni. Il diritto di accesso alla documentazione trova fondamento, oltre che negli artt. 1374 e 1375 c.c., soprattutto nell'art. 119 t.u.b., il quale pone a carico della banca l'obbligo di periodica comunicazione di un prospetto che rappresenti la situazione del momento nel rapporto con il cliente ed accorda a questi il diritto di ottenere - a sue spese, limitatamente agli ultimi dieci anni, indipendentemente dall'adempimento del dovere di informazione da parte della banca e anche dopo lo scioglimento del rapporto (Cass. 11773/1999) - la documentazione di ciascuna operazione registrata sull'estratto conto. "
Questa mattina la signora (Omissis) si è recata presso la filiale di Vittoria del (Omissis) per richiedere al Direttore copie di documenti, contratti ed estratti conto relativi ai rapporti instaurati con la azienda di autotrasporti di famiglia ed il padre defunto dal 2000 al 2016.
“Il direttore dopo aver parlato telefonicamente con la sede centrale in Emilia Romagna sembrava accondiscendente a consegnare finalmente quanto da me giustamente richiesto da anni, assieme ai miei familiari. A supporto del comportamento oltraggioso e poco collaborativo ci sono gli esposti da noi fatti alla guardia di finanza” – commenta la signora.
Invece dei documenti però sono arrivati i poliziotti e il legale della banca.
“E’ una cosa inammissibile che una banca si rifiuti di consegnare dei documenti e che nonostante l’atteggiamento civile della cliente il direttore abbia chiamato le forze di Polizia. Speriamo però che aver chiamato le forze di polizia possa portare alla luce la situazione oscura legata a fideiussioni, assicurazioni ed investimenti della famiglia ”- interviene Carmelo Finocchiaro presidente nazionale di Confedercontribuenti. Confedercontribuenti non consentirà alcuna violazione del diritto del cliente di accesso agli atti che pare dovessero essere recapitati in una casella postale sempre gestita dallo stesso istituto di credito. “Dopo anni di rapporti bancari fatti di fideiussioni, conti correnti con l’azienda familiare, un cliente non può essere trattato come un delinquente. Interverremo presso la sede centrale della Banca (Omissis) oltre che presso la Banca d’Italia per richiedere le opportune verifiche e far valere un diritto sacrosanto di accesso agli atti” – conclude Finocchiaro.