I ragazzi, 35 sui 145 che avevano presentato domanda, hanno incontrato il Direttore, Domenico Leggio, le referenti per il servizio civile, Jenny Campagnolo e Francesca Greco oltre ai vari responsabili e referenti sul territorio.
Sono stati presentati i tre progetti che vedranno impegnati i ragazzi su più’ fronti: quello umano, familiare, sociale, di povertà, ambiti tutti nei quali da sempre la Caritas Italiana, si è impegnata per la promozione dell’ uomo e nel servizio al prossimo.
Nello specifico, i progetti si interesseranno di:
Progetto Argento Vivo, che si realizzerà presso 10 parrocchie a Ragusa, Comiso, Vittoria e Santa Croce Camerina, in attività oratoriali rivolte a bambini e giovani (sostegno scolastico, attività sportive, giochi per la socializzazione).
Progetto Ala di riserva, nel settore del contrasto alle povertà presso i centri d’ascolto di Ragusa, Comiso e Vittoria; il progetto Presidio in favore dei lavoratori agricoli della fascia costiera; il progetto di Housing first a contrasto del disagio abitativo; il Ristoro San Francesco che opera nel settore della povertà alimentare e gli interventi per le famiglie con minori da sostenere nell’ambito scolastico.
Progetto Alveare, progetto rivolto alle donne con minori a carico, donne vittime di tratta o in situazioni di difficoltà familiare presso la Casa d’accoglienza per donne in difficoltà “Io sono con te” della Caritas, la cooperativa sociale Proxima e il Consultorio familiare d’ispirazione cristiana di Vittoria.
Servizio civile è anche “formazione”: ai 35 giovani sarà offerto un percorso formativo con formatori di lungo corso e di provata esperienza in vari settori di intervento.
Un percorso, quindi, umano e formativo che “educherà” i giovani partecipanti a lavorare in staff, ad aiutare gli altri, a ragionare per progetti e ad assumersi le proprie responsabilità oltre ovviamente allo specifico servizio che svolgeranno.
“L’esperienza – conclude Jenny Campagnolo, responsabile del servizio civile per la Caritas diocesana – ci insegna che è proprio il contatto con le fragilità sociali presenti nei propri territori ciò che colpisce di più i ragazzi. Nei 12 mesi divengono più consapevoli della realtà, delle proprie potenzialità, ma anche dei limiti rispetto al campo d’azione possibile”.