Un mese appena, tanto è durata l'avventura della "panchina rossa"; era stata posta a fine agosto in piazza Sorelle Arduino, per dire NO alla violenza sulle donne e in ricordo delle tante vittime di femminicidio e qualche buontempone - per usare un eufemismo - l' ha rubata, asportandola dalla propria sede.
L'iniziativa era stata promossa dalle associazni Il Filo di seta e Donne a Sud e patrocinate dal Comune di Vittoria. All' inaugurazione erano presenti il Sindaco Moscato e il Presidente Nicosia.
Lo stesso Nicosia, indignato per il vile gesto, dalla sua pagina social fa sapere "al ladro" che la panchina in se non ha alcun valore economico, ma che rappresentava - per la comunità cittadina - un simbolo di riscatto e civiltà .
"Voglio pensare - continua - che si tratti di una semplice bravata, e non del gesto di qualcuno al quale dà fastidio che una città si schieri apertamente contro chi si rende colpevole di una qualsivoglia forma di violenza nei confronti di una donna. Provo un dispiacere immenso, perché è stato colpito un simbolo importante. E’ un atto grave che va condannato senza remore".
Stessa indignazione ha espresso la prof.ssa Rosetta Perupato, presidente dell' associazione Il Filo di Seta, promotrice dell' iniziativa, che da sfogo al suo rammarico: "mi ha rattristato molto non vederla più al suo posto. Da subito, essa è stata fatta oggetto di atti vandalici, infatti per ben tre volte è stata divelta, fino a giungere adesso alla sua scomparsa"
Conclude la Perupato con una amara quanto reale e triste verità : ".L'episodio è grave sia per l'atto di inciviltà e sia per il valore simbolico che la panchina rossa rappresenta. Si rimane senza parole, con tanta amarezza e delusione per una città che non vuole crescere, in civiltà !".
(foto: Andrea Nicosia)