Il Sole 24 Ore ha pubblicato la trentesima edizione del report sulla Qualità della Vita certificando il disastro della Sicilia. In coda, peggiore in Sicilia e in Italia c’è Caltanissetta al 107° (che perde sette posizioni rispetto allo scorso anno); Enna è al 104° posto ( -2 ), Agrigento al 102° (– 9), Trapani al 101° (– 12), Messina al 100° posto ( – 4), Palermo al 98° (– 11), Catania al 97° (– 13), Siracusa al 90° (– 8) e Ragusa 80° posto (- 7). La provincia iblea è quindi la prima fra le siciliane, ma resta comunque la migliore delle peggiori.
Rispetto all’anno scorso, il numero di indicatori è aumentato da 42 a 90, divisi in sei macro aree tematiche, che indagano altrettante componenti dello star bene. Le classifiche di tappa sono: “Ricchezza e consumi”, “Affari e lavoro”, “Ambiente e servizi”, “Demografia e società”, “Giustizia e sicurezza”, ''Cultura e tempo libero”.
Milano conferma la sua leadership e vince per il secondo anno consecutivo la classifica della Qualità della vita 2019. Il Sud resta ancora in coda: come detto, Caltanissetta occupa l’ultimo posto per la quarta volta nella storia dell’indice, dopo le performance negative del 1995, nel 2000 e nel 2008.
Allargando il focus dell’analisi dei dati su base regionale, riemerge la contrapposizione Nord-Sud, con Trentino Alto Adige, Valle d’Aosta e Friuli Venezia Giulia sul podio, seguite dal Veneto, presente nella top 10 con tre province, dall’Emilia Romagna - che cresce, soprattutto nella classifica di tappa "Affari e lavoro" - e dalla Lombardia. In fondo alla classifica, invece, ci sono Sicilia e Calabria, rispettivamente ultima e penultima.