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Raccolta olive 2017 compromessa. Siccità e caldo torriso tra le maggiori cause

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Le previsioni non erano rosee, gli esperti lo avevano preannunciato: la stagione olearia 2017 non si sarebbe affatto presentata bene.

Il caldo torrido e la forte siccità di quest’anno, hanno messo duramente alla prova anche gli alberi più resistenti e le varietà di olive più forti.  Per non parlare delle migliaia di alberi già “provati” dalle condizioni climatiche avverse dello scorso anno e della “peste nere”, la mosca olearia, uno dei peggiori nemici e killer delle piante e del frutto e della Xylella che ha compromesso la rimanente parte buona, continuando l’opera di distruzione.

Risultato ?  Una fioritura non molto abbondante, caduta fogliame e mancata fioritura, con un calo prospettato della raccolta di olive del 30% al Nord e con punte fino al 50% al Sud.

Il caldo, si sa, porta con se tremende conseguenze; prima tra tutte la siccità che preoccupa fortemente i coltivatori del Consorzio nazionale degli Olivicoltori che lanciano un vero e proprio allarme;  a pagarne maggiormente le spese sono sopratutto gli uliveti del Tavoliere e di tutta la Puglia ed ancora della Calabria e della Sicilia, regioni tutte vocate all'olivicoltura.

Anche in Sicilia si registrano dati allarmanti, attestandosi tra le regione della penisola più colpite con un calo percentuale notevole, secondo le stime di Coldiretti e si teme adesso un rincaro esorbitante dei prezzi e cosa più grave, l’arrivo di olive ed olio dal mercato estero soprattutto dalla Tunisia, che potrebbe inquinare il nostro made in Italy, già duramente provato.

La nota positiva è che l’Italia rimane ancora secondo produttore mondiale di olio dopo la Spagna e che la nostra bella Sicilia si attesta al terzo posto per produzione nazionale.

(fonte AdnKronos)

 

 

 

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