Sarà presentato mercoledì prossimo, 16 Settembre all'interno della Kermesse "Note e Notti Kasmenee 2015" organizzata dal Comune di Comiso, l’ultimo libro di poesie di Bartolomeo Smaldone dal titolo “Poesia Semplice”. Non è un libro che va a tutti i costi definito, ma un libro che necessita di sensibilità e tatto per essere apprezzato appieno nel suo valore. Il titolo, di suo, è già d’impatto perché coniuga volutamente il mistero complesso evocato proprio dal termine “poesia”, con la nostra vita reale, umana. Così, Semplice è il nostro cuore quando si nutre di bellezza e non è avviluppato da una quotidianità snervante e caotica. Semplice, è il sentimento per chi ci è accanto, senza nevrosi ma in armonia con la natura. E Semplice dovrebbe essere la nostra giornata nel suo scandirsi di ora in ora. La continua prospettiva che Smaldone dà alle sue rime e alle sue pagine, è quella di una linea sottile, fragile, e sempre presente, tra lucidità e pazzia, tra l’essere noi stessi e il divenire invece altro, spesso per imposizione della società. Nei suoi versi, questa linea è disegnata in modo armonico ma puntuale, quasi in un gioco di specchi e di prospettive tra il divenire e l’essenza, tra verità e sogno, tra potenzialità e realizzazione. E’ un libro di amore appassionato e vivido ma è anche un grido di solitudine profondamente vissuta; sofferta ma anelata. Solitudine insita nel mestiere del poeta Smaldone, che raccoglie silenzio dentro di sé per poter donare ai versi scritti la propria inquietudine esistenziale ma anche la propria tavolozza di colori, per donarci poi, all’unisono, la propria arte. “Quando scrivo lo faccio in preda a una strana possessione –spiega Smaldone- , a una forza brutale, e non ho alcun controllo su me stesso, né su quella forza bruta, e tutto ciò mi rende irriconoscibile, e io stesso mi trovo irriconoscibile. Non mi riconosco nell’atto di scrivere, tantomeno nelle cose che scrivo; queste ultime, poi, da subito mi paiono incomprensibili, e solo a distanza di tempo iniziano a palesarsi per ciò che effettivamente volevano rappresentare. A quel punto non è più una questione formale, ma sostanziale, sebbene si sia, anche allora, assai lontani dal senso”. A relazionare sarà la giornalista Gianna Bozzali. L’inizio è previsto per le ore 19.00 alla Fondazione Bufalino.