Vittoria in scena...in tutti i sensi con Elogio della Differenza!
Una rivisitazione della storia di Vittoria Colonna e la società attuale che poi rappresenta lo status di un tessuto sociale generale, frenetico spinto dall’egoismo, dall’indifferenza dove si calpesta, molto spesso la dignità di quelle persone speciali che riempiono la nostra vita con il loro profondo amore. Stiamo parlando dei normodotati dell’A.I.F.F.A.S. e della Cooperativa Nuovi Orizzonti, di persone eccezionali che ci hanno messo l’impegno e in 20 giorni hanno concretizzato uno spettacolo attraverso la regia del regista e attore di fama internazionale e fondatore del Teatro della Comunità, Marco Di Stefano e della moglie, la danzatrice e coreografa russa Tanya Khabarova e grazie alla collaborazione del calibro di artisti locali come Nadia Marino, Liliana Stimolo, l’Associazione Tango che Passione di Liliana Sparacino, il coro emozionante Jubilate Gentes di Gianna Rizza, Giovanni Virgadaula il poeta cantastorie, Luciano Busacca con la sua inseparabile chitarra, il fotografo Pippo Amodei e molte altre eccellenze… Il tutto organizzato dietro le quinte di un impatto mediatico dalla giornalista Concita Occhipinti.
Sul palco la materializzazione dei più profondi sentimenti dell’anima, sul palcoscenico in diverse performances. Gli attori-persone hanno trasmesso parte integrante della loro interiorità regalandoci ogni aspetto delle proprie peculiarità. Insomma, tutti i generi assemblati in un unico puzzle nella rappresentazione dei corpi in uno solo, in grado di regalare l’amore per la vita e per il rispetto umano. E come ogni arte che si rispetti, un chiaro messaggio rivolto al pubblico: adesso tocca a voi, comprendere le loro necessità, sconfinare le barriere architettoniche dell’indifferenza ma elogiarne la differenza. Un successo strepitoso di pubblico che ha interagito con notevole entusiasmo. Commovente Liliana Stimolo, che attraverso un breve monologo, è riuscita come sempre a strappare qualche lacrima al pubblico zittito per l'importante interpretazione e il tocco di classe che l'attrice è riuscita a trasmettere, arricchito d'esperienza teatrale, esorcizzando la scelta di Dio nei confronti delle mamme "predilette" per aver ricevuto in dono un figlio "speciale".
Le dichiarazioni del regista teatrale Marco Di Stefano:
“Potete immaginare cosa significa mettere in comune 135 persone? Tutti insieme a costruire un progetto in 18 incontri.Fare il Teatro della Comunità significa fare uno spettacolo scritto e interpretato dai cittadini. Potreste essere voi, la prossima volta, gli altri 135 attori che faranno parte del Teatro della Comunità. Perché, in realtà, chiunque può partecipare a questo spettacolo. Io sostengo, attraverso questa iniziativa che ho portato avanti dal 1983, il 93° spettacolo in trent’anni in 18 paesi nel mondo, che tutti possono andare in scena perché tutti hanno creatività e fantasia da vendere. Tutti possiedono talento. Il problema è trovare il modo di accendere il talento delle persone, il modo di canalizzare l’energia di ognuno, il modo di far crescere un po’ di autostima. La società, a volte, calpesta l’autostima delle persone.La società di oggi ci educa alla competitività tra noi. L’arte del Teatro della Comunità non è competizione. L’arte si fa e se arriva nell’anima non è competizione. Esiste il teatro quello fatto bene che emoziona, quello che permette la trascesi, sentirlo come una cosa tua, emozionarsi per questo. Avete visto uno spettacolo che credo non vi capiterà mai più di assistere e di veder sul palco 135 persone in scena perché è raro riuscire a mettere in scena così tante persone . Immaginate le dinamiche che ci sono dietro e come è stato possibile creare un pensiero comune, condiviso dove tutti fossero d’accordo. Immaginate il fatto che queste persone sono in scena tutte dall’inizio alla fine. Questo tipo di operazione, molto particolare, unica nel suo genere, sono anni che, insieme a Tanya Khabarova, coreografa, danzatrice russa fondatrice della compagnia internazionale importantissima i Derevo, lavoriamo su questa direzione. Dirigiamo un Festival nelle Marche con i diversamente abili Così vicini, così lontani. Partendo da una partecipazione così forte si può costruire un percorso dove la città mette in scena se stessa e poi loro che vengono apprezzati e ascoltati. Un ringraziamento particolare va a Concita Occhipinti senza la quale questa sera non saremmo stati qui.”
www.teatrodellacomunita.com