La Gioventù Francescana (Gi.Fra) compie 70 anni. Un anniversario speciale per centinaia di giovani che hanno scelto di vivere la loro esperienza di vita, la loro “gioventù”, appunto, sulle orme del poverello di Assisi, il Serafico Francesco.
Sono passati ben 70 anni da quel lontano 1948, data che segna la nascita ufficiale della Federazione dei giovani Francescani, che prese il nome di Gioventù Francescana e che aveva lo scopo di unire in un unico cammino i tanti gruppi giovanili francescani che erano collegati all’Azione Cattolica, all’Ordine Francescano Secolare o a singoli frati.
Questi gruppi si erano sviluppati nei decenni precedenti in riposta all’esortazione che Papa Leone XIII aveva rivolto a tutti i giovani: essere testimoni autentici del messaggio cristiano nel mondo.
Una ricorrenza che “tocca” le tante comunità sparse su tutto il territorio nazionale e che è arrivata anche da noi in Diocesi con l’arrivo e l’accoglienza della Madonna della Gioventù Francescana, opera di Enrico Moroder realizzata a Ortisei.
In questo anno giubilare, la statua è pellegrina per le varie fraternità di Sicilia ed è arrivata in Diocesi ieri, 7 gennaio, presso la parrocchia dei Santi Angeli Custodi a Ragusa, accolta dalla comunità locale.
Il simulacro si sposterà alla volta della Chiesa della Sacra Famiglia, retta dai Frati Cappuccini a Ragusa, domani mercoledì 9 gennaio, dove alle ore 20,00 si terrà un momento celebrativo che vedrà la presenza e la partecipazione anche delle fraternità di Modica e Vittoria.
Il simulacro lascerà Ragusa e la nostra Diocesi alla volta di Gela, venerdì 11 gennaio.
La storia della Madonnina francescana è davvero particolare. L’effigie di Maria venne data in dono dal Ministro Generale del tempo, F. Benigno, da S. Ilario Milanese. La statua lignea fu modellata a Ortisei, famosa località trentina per la lavorazione del legno, dallo scultore Enrico Moroder su disegno del calabrese Professor Panella. Racchiusa in una teca, con ai lati le figure di Francesco e Chiara d’Assisi, all’esterno i simboli della pace (colombe) e della purezza (due gigli) ed in basso il motto francescano “Pax et Bonum”, il simulacro rappresenta una fanciulla dallo sguardo puro ed intenso, che tiene una mano sul cuore quasi a custodirne meglio il segreto amoroso e con l’altra protende un ramoscello d’olivo, simbolo dell’augurio di pace che da quel cuore incessantemente promana. (fonte e foto Acistampa)