Il premio Nobel per la Medicina è stato assegnato allo scienziato a giapponese Yoshinori Ohsumi per la scoperta dei meccanismi dell'autofagia.
Chi è Yoshinori Ohsumi?
Biologo cellulare è nato 1945 in Giappone, a Fukuoka. Ha conseguito un dottorato di ricerca presso l'Università di Tokyo nel 1974. Successivamente ha dedicato tre anni alla ricerca scentifica negli Stati Uniti, nella Rockefeller University di New York. Ritorna nell'Università di Tokyo, dove, nel 1988, istituisce il suo gruppo di ricerca. Attualmente dirige l'Unità di biologia cellulare all'Institute of Innovative Research del Tokyo Institute of Technology.
Cosa è l’autofagia?
L'autofagia è il processo con cui una cellula degrada una parte di se stessa per riciclarne i componenti. Si tratta di un processo di “pulizia cellulare”. Le cellule, infatti,sono in grado di eliminare le sostanze e i materiali di scarto che poi vengono consegnate ad un “reparto” specializzato alla loro degradazione : il lisosoma. La scoperta di questo organello risale al 1949, ad opera scienziato belga Christian de Duve, che ricette il premio Nobel per la medicina del 1974,proprio grazie a questa scoperta.
Questo meccanismo fu ipotizzato dagli scienziati negli anni Sessanta, ma solo le ricerche condotte negli anni '90 da Yoshinori Ohsumi hanno permesso di comprendere a fondo questo processo. Lo scienziato giapponese è riuscito ad identificare i geni che presiedono all'autofagia dapprima nel lievito di birra e quindi nelle cellule degli animali, uomo compreso. Conoscendo quali geni erano coinvolti, Yoshinori Ohsumi e altri ricercatori riuscirono quindi a definire i vari passaggi dell'autofagia.
Si pensava questo processo era legato solo esclusivamente “alla morte cellulare programmata”.
Gli studi di Ohsumi, invece, hanno infatti aperto la strada alla scoperta delle numerose funzioni assolte dall'autofagia ; ma soprattutto in campo fisiopatologico , la scoperta dei geni che regola questo processo ha permesso oggi di comprendere come anomalie nel funzionamento di tale processo sono correlate allo sviluppo delle malattie di accumulo lisosomiale(come la malattia di Fabry e le mucopolisaccaridosi), della malattia di Parkinson, del diabete di tipo 2 e di altri disturbi legati all'età,  e a varie forme di tumore.
 

