Vittoria, la settima città dell’ Isola per densità di popolazione, di capacità di sviluppo e commerciale. La più giovane tra le ”12 terre” ma da subito cresciuta con una forte connotazione di laboriosità grazie ad un popolo “caparbio” con grandi capacità innovative e di sviluppo.
Vittoria è anche “zona trasformata” per anni “regina dell’ oro verde” grazie anche al suo territorio, fertile e soleggiato, patria indiscussa della coltivazione in Serra e dei migliori prodotti ortofrutticoli, esportati in tutto il mondo.
Il suo mercato ortofrutticolo è il secondo del Sud Italia, uno dei più grossi dell’ intera penisola e d’Europa, che garantisce la filiera del prodotto e che muove capitali immensi sia in termini di colture (prodotti) che di capitali, da sempre ambito boccone di mafie e malavita organizzata.
Il suo mercato e l’ intera filiera sono tornati, alla ribalta delle cronache regionali e nazionali per i gravi fatti avvenuti negli ultimi giorni: in un solo mese, sono stati dati alle fiamme 8 Tir, di due ben note e oneste Aziende di trasporto su gommato, facendo riemergere gli spettri del passato, della longa mano malavitosa che ha già portato in città -negli anni ‘80 e ’90 – morte, crisi, gravi ripercussioni, in una vera e propria guerra tra cosche per aggiudicarsi un pezzo di filiera.
Cibo e malavita sono sempre andati di pari passo ed hanno un solo comune denominatore: le Agromafie, che vogliono assumere l’ intero controllo di ogni settore e porzione della filiera agroalimentare: dalla produzione alla commercializzazione, dal trasporto alla vendita finale passando anche per la via dei servizi connessi ovvero della commercializzazione di fertilizzanti, cassette in legno ecc…
I gravi fatti di questi giorni fanno gridare ad una “emergenza nazionale” e a più voci sono stati richiesti interventi urgenti con l’ istituzione di un tavolo di concertazione tra i vari Ministeri: Agricoltura, Trasporti, Economia e Interni, per la sicurezza e l’ ordine pubblico oltre ad essersi già mossa tutta la società civile che, con dignità, ha urlato il proprio disappunto e la propria rabbia;
Tante le iniziative in atto negli ultimi giorni: dalla visita del Governatore Crocetta, venuto a portare il sostegno e la solidarietà del suo governo, alla diretta radiofonica di “ Radio Anch’io” (con ospite il primo cittadino) programma di cronaca e cultura Rai, condotto da Giorgio Zambrini e che ha trasmesso dalla sede cittadina della CGIL.
È di stamattina, l’ultima in ordine di tempo, la Conferenza Stampa organizzata da CNA, CGIL, LIBERA, CENTRO PIO LA TORRE, TAVOLO VERDE SICILIA, nella sala Convegni del Mercato di Vittoria, alla quale hanno preso parte attiva l’ On. Scivoletto, l’ On. Aiello, il Sig. Blundo proprietario della CAAIR, di Don Giuseppe Di Rosa, presidente di Tavolo Verde Sicilia.
Che si sono interrogati sulle proposte ed iniziative, concordando che:
“Occorre creare un azione di vigilanza e controllo su scala nazionale sia sul fenomeno in se, sul piano delle attività principali e su tutto l’ intero indotto che ruota intorno alla filiera”
Gli fa eco l’ onorevole Francesco Aiello che afferma:
l’ “Agromafia è un mondo che coinvolge tutta la filiera agroalimentare del paese. E’ lo specchio, la punta dell’ iceberg, di un sistema che va cambiato rispetto a cui noi facciamo richiesta di accesso alla Prefettura ed al Ministro degli Interni ma pensiamo che tutta l’ intera filiera vada sottoposta ad un regime di authority”
Si è anche parlato di “controlli più serrati della filiera dalla produzione allo scambio del prodotto sul mercato attraverso commissionari e commercianti e attraverso la fornitura dei servizi”
Alla dignità offesa del lavoratore, invece, si riferisce Don Giuseppe Di Rosa, Presidente di Tavolo Verde Sicilia, che insiste sulla necessità di “liberare le energie positive a servizio dei lavoratori e delle loro famiglie per uno sviluppo degno e per una capacita di affrontare la vita con maggiore libertà ”, definendo l’Agromafia, in maniera forte ma plastica: un cancro sottile, invasivo, subdolo che corrode tutto il sistema. L’agricoltura sana fatta di lavoratori onesti e laboriosi, non vogliono morire di “questo cancro”; Tutta la società civile deve e anzi vuole rialzare la testa di fronte alla baronia di pochi, pur se potenti, Signori del malaffare.