Il 13 marzo 2013 veniva eletto Pontefice l’argentino Jeorge Mario Bergoglio, Cardinale ed Arcivescovo di Buenos Aires, che prenderà il nome di “Franciscus”, Francesco.
Mai Pontefice regnante aveva assunto il nome del Santo patrono d’Italia, scelta che la dirà lunga sulle decisioni future che caratterizzeranno il suo, seppur breve, pontificato.
E alle 19,06 arriva la fumata bianca: Bergoglio è papa! Ha ottenuto più di due terzi dei voti, cioè almeno 77 cardinali hanno votato; dei voti non resta traccia: le schede vengono bruciate subito. Alle 20,12 il compianto cardinale protodiacono Jean-Louis Tauran annuncia: “Habemus Papam”, è Francesco che si presenta al mondo!
Un papato scomodo per alcuni, rivoluzionario ed evangelico per altri; l’uomo venuto dalla “fine del mondo” – come lo stesso amò definirsi dal loggione centrale di San Pietro ad elezione avvenuta – sta davvero rivoluzionando la Chiesa: la riforma della Curia Romana, la lotta contro la pedofilia, che coinvolgi molti prelati, l’indizione dell’ anno della Misericordia, la lotta contro ogni forma di povertà e miseria, il dialogo ed il cammino ecumenico ed interreligioso, le questioni sociali, i poveri e gli immigrati; tutti temi “caldi” di cui Francesco si è fatto e si fa portavoce, senza remore e senza timor
Un papa amico degli ultimi, degli umili, dei poveri, degli emarginati, ma poco amato dai suoi: tanti sono stati gli attacchi interni, i colpi di fuoco amico che lo hanno bersagliato in questi anni, ai quali Bergoglio ha sempre preferito il silenzio e la preghiera.
Sei anni di cambiamenti che hanno davvero cambiato il modo di leggere il Vangelo e vedere la Chiesa che Francesco vuole in “uscita”, fuori dalle sacrestia, tra la gente tanto da portare addosso “l’ odore delle pecore”.
L’esempio è mirabile e chiaro: San Francesco, al quale si ispira ed al quale ha dedicato il suo pontificato.
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