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In Sicilia, le virtù di una città, oltre ogni pregiudizio. Roberta Giulia Mezzasalma si "apre" ai concittadini in questa lettera aperta

Piazza del Popolo- 27 Ottobre - ore 18

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Roberta Giulia Mezzasalma, -sovrana ristoratrice- de Nè Picca Nè Assay lussuoso ristorante molto conosciuto in città ha deciso di inviare alla nostra redazione una lettera aperta ai lettori e ai cittadini vittoriesi spiegando il suo forte bisogno di organizzare un "pubblico saluto" , perchè come tutti sappiamo Roberta ha deciso di partire e lasciare Vittoria, non con molta commozione ovviamente.

Ecco le sue dichiarazioni:

"Perché ho avuto o meglio sentito questo forte bisogno di fare un pubblico saluto a tutti i miei concittadini? Perché dal lontano 1998, anno in cui ebbe inizio la mia nuova vita, ovvero quella di Roberta, la quasi totalità della città di Vittoria, ebbe l'apertura mentale, l'intelligenza e la gentilezza di farmi sentire a proprio agio, nonostante in quegli anni, io fossi, se non la prima, una delle poche persone in città ad aver cambiato sesso.

I dubbi ( assolutamente legittimi), e le paure dei miei genitori, furono così, grazie alla solidarietà di tutta la cittadinanza, dissipati nell'arco di pochi mesi. Venne poi il tempo che me ne andai in vacanza da mia sorella, in Piemonte. Lì, conobbi un ragazzo, lo sposai, e lì rimasi a vivere per circa 10 anni. Dal momento così che mi ero separata, decisi di tornarmene in Sicilia, contro il parere di tutti quelli che mi dicevano di non fare questo passo, perché in Sicilia avrei trovato una mentalità ostile è molto ristretta. Ma il mio sesto senso, che difficilmente si sbaglia, mi indicava costantemente la strada per Vittoria.

E Così fu infatti. Tornata Vittoria iniziai a lavorare dapprima all'Unieuro, successivamente a Villa Melania e per ultimo al Nè Picca Nè Assay. Ho ingaggiato tante battaglie, litigato con tante persone, ma senza perdere mai fondamentalmente il rispetto l'una verso gli altri. Del resto, non avendo più nessuno della mia famiglia di origine, Vittoria stessa è diventata per me la mia famiglia.

Sì proprio così, in questi anni, io mi sono sentita all'interno di una grande famiglia, tante mamme, tanti papà, tanti nonni, tanti fratelli e tante sorelle. E così come in ogni famiglia, si litiga, si fa pace, si piange e si gioisce. Eh già, proprio sui pianti vorrei soffermarmi. In questi ultimi mesi , ahimé, questa grande famiglia è stata funestata da molti lutti e molte disgrazie. Ci siamo abbracciati, abbiamo pianto insieme, e ci siamo rammaricati perché siamo saltati alla ribalta di tutte le cronache, come una città funestata da mille problemi, tacciata di mafia, e abbandonata a se stessa. MA IO NON CI STO', devo difendere questa mia famiglia. Questa famiglia che per me si è sforzata di comprendere, ciò che ai loro occhi era incomprensibile. Non è vittoria ad essere sbagliata. Anzi, in un Italia dove tutto va a rotoli, dove non c'è più rispetto per niente e nessuno, dove le istituzioni non esistono, l'istruzione è diventato un lusso, chi dovrebbe far rispettare le leggi e il primo che non le rispetta, chi non dovrebbe rubare è il primo che ruba, e via andando, questa piccola e affitta città, del profondo sud, che risponde al nome di Vittoria, ha dimostrato, e lo dico con cognizione di causa, di avere nei miei confronti, un'apertura mentale e un senso civico, di alto e indiscutibile livello. Ce ne fossero, città e persone come i vittoriesi. Ce ne fossero, persone con sani principi che la mattina si alzano presto per andare a lavorare nelle campagne con l'incertezza di mietere un buon raccolto, e con l'incertezza che il mercato dia il giusto valore ai propri prodotti. Ce ne fossero, persone che la domenica si riuniscono tutte attorno ad un tavolo, per mangiare la pasta col sugo di maiale o che si ritrovano in un ristorante in cinquanta o più, per festeggiare la comunione dei propri figli. Vittoria per me, è stata la mia grande famiglia, ed in questi giorni che si avvicina la mia partenza, me lo sta dimostrando con un tale affetto smisurato, da fare invidia ad una regina. Ed è per questo, che mi sono sentita in obbligo, di salutare in pubblica piazza la mia meravigliosa famiglia.

Appuntamento dunque in Piazza del Popolo alle ore 18, il 27 ottobre, noi ci saremo e voi?

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