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Il presidente della Repubblica, Mattarella, risponde al ricercatore vittoriese Scirè

Lanciato l'hastag #prorogasubitoperscire

Redazione
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Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha risposto al ricercatore universitario vittoriese Giambattista Scirè, che il 22 gennaio scorso gli aveva scritto raccontandogli la sua odissea. 

Come abbiamo anche noi più volte raccontato,  nel 2011 Scirè ha partecipato ad un concorso bandito dall'Università di Catania per coprire un posto nella sede di Lingue, a Ragusa, in Storia Contemporanea. Quel concorso è stato però vinto da un architetto che non aveva i titoli idonei, era senza dottorato di ricerca e aveva invece pesanti conflitti d'interesse con qualche componente della commissione d'esame. Il tutto era stato denunciato a suo tempo dal vittoriese ed in questi anni è stato confermato dalle sentenze. I tre membri di quella commissione sono stati condannati a un anno di reclusione - pena sospesa - per il reato di abuso d'ufficio e con l'interdizione dai pubblici uffici. Anche il Tar e il Cga hanno dato ragione a Scirè, sentenziando l'annullamento del punteggio della vincitrice. Nonostante ciò, l'ateneo di Catania non si è mai costituito parte civile e non ha dato seguito ai pronunciamenti. Il ricercatore, quindi, non ha potuto ottenere il posto che gli spettava, se non ormai per soli 4 mesi sui 5 anni previsti, perché l’Università non ha mai stipulato un contratto.

Mercoledì, è arrivata la risposta del Presidente, tramite il segretariato generale della Presidenza della Repubblica. A comunicarlo lo stesso Scirè, anche sul suo profilo Facebook. 

Ecco il testo del post: 

Sono le ore 13.40 ( di mercoledì 12, N.d.A) quando esco dal Rettorato dell’Ateneo di Catania dopo il lungo incontro svoltosi alla presenza del Rettore Priolo, della Pro-rettrice Patané, del delegato alla Trasparenza Caserta e del delegato alla comunicazione per gli studenti Barbagallo. Proprio nell’istante in cui varco il portone in direzione di uscita, compare in neretto all’indirizzo mail della mia posta certificata un nuovo messaggio. Non è il solito messaggio, è qualcosa di speciale. Non riesco a credere ai miei occhi: è proprio lui. 


Il Presidente della Repubblica Mattarella mi ha risposto. In tanti, questi giorni, mi avevate detto che tanto non avrebbe potuto rispondere, che sarebbe stato un gesto troppo forte simbolicamente, che avrebbe assurto un significato troppo importante, ma io in fondo, dentro di me, ho sempre avuto fiducia in lui. Entrambi siciliani, persone di poche parole ma capaci di gesti forti. Leggere il suo messaggio in risposta alla mia lettera dei giorni scorsi, affidato alla penna del Segretariato Generale - Ufficio Affari dell’Amministrazione della Giustizia, poche righe ma una forza dirompente, è stato davvero emozionante e commovente: 
“Il Capo dello Stato segue con grande attenzione le questioni da lei evidenziate nella convinzione che, anche nel settore universitario, occorre sempre seguire i principi di LEGALITA’ e TRASPARENZA. Le Università italiane possono vantare livelli di eccellenza in vari campi del sapere e riscuotono i migliori risultati solo laddove si fondano sull’AUTONOMIA e LIBERTA’ dell’insegnamento, guidate esclusivamente dal principio del MERITO. Augurandole di trovare riscontro alle sue ASPETTATIVE nel corso della carriera universitaria, le porgo i più cordiali saluti.”


Il Presidente Mattarella, con tutto il peso intellettuale e morale della sua persona e della carica istituzionale che ricopre, lascia intendere senza mezzi termini di essere al mio fianco, al fianco di tutti noi, nel perseguire i principi di “legalità”, “trasparenza” e “merito” che sono le finalità fondanti dell’Associazione che mi onoro di rappresentare. Sappiano d’ora innanzi gli atenei e i dipartimenti che la bussola che deve orientarli nel loro cammino non potrà che essere quella da noi costantemente indicata e ora dal Presidente della Repubblica così autorevolmente auspicata e raccomandata. La massima autorità istituzionale del nostro Paese è con noi.
Tutto mi sembra finalmente più chiaro, limpido adesso. Proprio come il cielo di Catania che ieri, uscito dall’Ateneo, ho visto all’orizzonte tra le nuvole bianche oltre la cupola della cattedrale. Tutto mi appare più chiaro, compreso il resoconto del tanto atteso incontro di ieri con il Rettore. Eravate idealmente al mio fianco durante il colloquio. 
Nel prendere fortemente le distanze a nome dell’Ateneo rispetto alle vergognose e ingiuste azioni che hanno arrecato un gravissimo nocumento alla mia vita, alla mia attività professionale e alla mia carriera accademica, Priolo, dichiarando di volersi porre in discontinuità con le precedenti gestioni dell’Ateneo, si è impegnato a rendere possibile tornare a svolgere il mio lavoro e la mia attività scientifica di ricerca, definendomi “una risorsa” per l’Università di Catania, non solo - ha detto - nell’ambito del settore e delle pubblicazioni di mia competenza (“sei un ricercatore proprio come me e quello devi tornare a fare”), ma anche come emblema di una attività universitaria fondata sulle finalità di trasparenza e merito che devono essere la guida da seguire per tutti. 
In concreto, tutti gli interlocutori presenti all’incontro si sono detti disponibili a cercare le strade che possano permettermi di potermi esprimere all’interno della comunità accademica per poter colmare così il “gap” nella mia produzione scientifica in questi anni di sospensione forzata della mia attività, individuando i dipartimenti dell’Ateneo eventualmente pronti ad accogliermi. Per quanto riguarda l’aspetto più importante, concretamente, per poter tornare a svolgere il mio lavoro di ricerca e attività didattica, ovvero la proroga del contratto (biennio) da ricercatore in Storia contemporanea, il Rettore si è impegnato a scrivere, celermente, una lettera che espliciti la volontà dell’Ateneo di procedere alla proroga del contratto, sottoponendo la procedura ad una previa autorizzazione del Miur, fatta salva ovviamente l’autonomia di azione degli atenei.

 


Che dire. Rimango in attesa, insieme a voi, della proroga, ma che arrivi presto, prestissimo. Il tempo che in passato mi è stato illecitamente sottratto e rubato, nessuno potrà mai restituirmelo ed ogni giorno che passa è già troppo.

 


Ieri mattina (mercoledì N.d.A) , in vista dell’incontro, una di voi, Delia, che ringrazio tanto, ha inviato una bella lettera al Rettore nella quale scrive: “Il danno causato a questo ricercatore, e badi bene, potrebbe essere il dott. Scirè, ma potrebbe essere anche chiunque altro, io, lei, i suoi figli, chiunque, non è stato causato da un errore scusabile e a dirlo non sono io ma la terza sezione del Tribunale penale di Catania. Ma il comportamento posto in essere non ha causato a mio parere un danno economico solo al candidato escluso, ma a tutto il sistema ed all’immagine stessa del suo ateneo, che ne è uscita inevitabilmente compromessa. Di fronte a tutto ciò, davvero inadeguata appare la replica dell’ateneo, e mi sono chiesta perché, nel paese delle eccellenze, ci si ostini a dare spazio a comportamenti di questo tipo, e mi sono chiesta, come cittadina, come avvocato, e come madre, che futuro vorrei per mio figlio. Mi rivolgo a lei dunque, perché una legge del 1989 ha sancito doverosamente l’autonomia delle università, dunque non il MIUR, non il Presidente della Repubblica, non i vari tribunali, ma solo Lei ha il potere di restituire dignità all’ateneo che rappresenta affermando senza se e senza ma che l’università italiana è il luogo delle eccellenze. Confidando in un positivo risconto, le auguro buon lavoro”. 


Ecco, se siete d’accordo, potreste fare come lei. Per questa ragione lancerei un hashtag da aggiungere alle vostre condivisioni con scritto #prorogasubitoperscire.


Non voglio affatto illudermi, specialmente dopo le cocenti delusioni del passato nell’atteggiamento dei vertici dell’Ateneo, né illudere voi amici e amiche che credete - proprio come me - nella battaglia che da anni sto portando avanti, ma devo ammettere stavolta di aver percepito umanamente la sensazione di una reale volontà di chiudere con il triste passato e di aprire un nuovo capitolo di proficua collaborazione. 
Non demordete mai, non abbiate mai paura di lottare con coraggio per avere riconosciuti i vostri diritti quando siete dalla parte della verità e della ragione perché, presto o tardi, se non è oggi sarà domani, il risultato arriverà.

 

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