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"Un avvocato a servizio dei boss": non è fantascienza, è Mafia

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Una storia di un uomo che si reputa indispensabile per la mafia. Durante un colloquio in carcere si autocelebra, associando il suo contributo alla “minna” cioè al seno, poiché garantiva non solo denaro ma onorabilità e credibilità. Ma non è fantascienza…è una storia di mafia.

Marcello Marcatajo avvocato, è la voce intercettata, il quale gestiva gli affari di Cosa nostra che si serve del contributo di professionisti. Insomma un elemento indispensabile, come si reputa lui, nel gestire affari immobiliari delle famiglie Galatolo e Graziano “imparentate” con il clan mafioso dei Madonia di Resuttana. Un avvocato al servizio dei boss.

Nove gli arresti durante l’operazione su Cosa nostra: l’avvocato Marcello Marcatajo, il figlio Giorgio ai domiciliari, l’ingegnere Francesco Cuccio; Angelo e Vincenzo Graziano e agli altri i domiciliari: M. Virginia Iserillo (moglie di Francesco Graziano) e due presunti prestanome Giuseppe e Ignazio Messeri.

I soldi dei clan mafiosi sarebbero stati investiti in alcune società come Costanza Costruzioni, Agf costruzioni, Igm per la realizzazione di ville a Mondello, appartamenti, cantieri a Marino in provincia di Roma. Si parla addirittura di un totale di 4 milioni di euro. Non solo, Marcello fa riferimento anche all’acquisto di una serie di box e diventa anche titolare della società Sicinvest di cui ne curava il fallimento, il cui ricavato, circa 250 mila euro, sarebbero serviti per acquistare il tritolo utilizzato per far saltare in aria il pubblico ministero Nino Di Matteo.

Una vicenda che ha delle ripercussioni agghiaccianti, rivelazioni su professionisti che scuotono fortemente le coscienze dei palermitani e dell’Italia intera.

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