Continua lo scontro fra il duo comico Ficarra e Picone e il presidente della Commissione sanità all'Ars Pippo Digiacomo. Al centro, la polemica sui disabili e sulla mancata erogazione di fondi per le persone con diverse abilità in Sicilia. Tutto è iniziato quando il duo si è inserito nella vicenda disabili puntando il dito contro la politica. A quel punto Digiacomo, contattato dalla redazione di Live Sicilia, aveva accusato i vip, facendo riferimento non solo a Ficarra e Picone, di aver trasformato la questione in uno “show del dolore”. Il duo comico siciliano, sempre sullo stesso sito, si è quindi detto stupito "nel leggere tali infelici dichiarazioni che, fra le altre cose, si commentano da sole. E che confermano quanto una certa politica sia distante da questa problematica. Ci teniamo però a scrivere che questa bassezza non ci fermerà- avevano aggiunto-. Vigileremo, capiremo e, soprattutto, seguiremo i soldi che verranno stanziati per capire quanti sono e quale metodo verrà usato per farli giungere ai disabili. The show must go on".
A loro ha risposto ancora l'on. Digiacomo che ha inviato questa volta una lettera a tutte le redazioni. Questo il contenuto del comunicato: "Per quanto mi riguarda, cari Ficarra e Picone, o argomentate e mi convincete o non m'intimidite: vi ricordo che ad intimidirmi non ci sono riusciti Bufalino, Fiume, Moravia, non credo ci riuscirete voi... Quale sarebbe la mia “colpa” a proposito di quanto sta accadendo attorno al tema della disabilità? Sono forse colpevole di aver lavorato in commissione Sanità all’Ars per fare approvare una norma che stanzia i primi 36 milioni di euro per poter pagare un assegno che va dai 1.000 ai 1.8000 euro per l’assistenza alle disabilità gravi? Sono forse colpevole di aver incontrato le associazioni dei i rappresentanti dei disabili per migliorare le norme esistenti? Sono forse colpevole di aver dimostrato, anche a proposito di questo argomento, di spendere ogni minuto del mio tempo per fare qualcosa di buono per la Sicilia? No, sono “colpevole” di aver detto che “un conto è l’impegno degli artisti e dei personaggi pubblici per sostenere una giusta causa, ma bisogna stare attenti a non trasformare tutto questo in uno show del dolore altrimenti si incita al linciaggio”. Ecco la mia colpa: ho osato parlare dopo aver “fatto”. Già perché io ho questo vizio, non mi limito a parlare, di solito le cose che dico le faccio. Così come è accaduto quando, diversi anni fa da sindaco di Comiso ho aperto le porte della mia città per salvare 6.600 profughi kossovari dalla pulizia etnica di Milosevic. Voi, cari Ficarra e Picone, cosa facevate allora? Eravate già impegnati a costruire popolarità raccontando quanto è brutta la politica? Ma vah!"
Controreplicando, i due comici si dicono sorpresi per le parole di Digiacomo, si chiedono quando ed il quale passaggio avrebbero intimidito, nelle loro dichiarazioni alla stampa, il deputato regionale ed aggiungono: "lei si vanta di aver 'fatto'. Ebbene qualora fosse vero, e non abbiamo motivo di dubitarne, non le viene il legittimo dubbio che questo sia anche merito di quello che lei chiama 'show'. Ci confronteremo con le associazioni per capire se quello che le istituzioni hanno fatto sia sufficiente o se serve altro. Insieme a loro conteremo i soldi che verranno stanziati per capire quanti sono e quale metodo verrà usato per farli giungere ai disabili. In ogni caso, qualunque cosa lei abbia fatto, o farà, si ricordi che avrà fatto solo e soltanto il suo dovere.".