Fernando de Bulhoes, S. Antonio per tutti, nasce a Lisbona nel 1195 in un palazzo signorile nel quartiere di Alfama. Dopo aver viaggiato a lungo, morì a Padova il 13 giugno 1231, dopo aver vestito il “ruvido saio” francescano.
Giovanissimo, dopo una prima esperienza tra gli Agostiniani, si fece frate francescano e girò per molti conventi. Andò in Africa a predicare il Vangelo ma si ammalò e volle tornare in Portogallo. Durante l’attraversata in mare, la nave affondò e si ritrovò a Messina.
Da lì risale l’Italia, si fermò ad Assisi dove conobbe personalmente San Francesco, molto probabilmente partecipando al “capitolo delle stuoie”, per poi proseguire verso il Nord Italia. Si stanzierà a Camposampiero, nei pressi di Padova, facendosi da subito conoscere ed apprezzare dai fedeli, per le sue doti di predicatore.
Sant’Antonio era considerato Santo già in vita, per le miracolose risoluzioni di casi, molto spesso legati alla famiglia e alle relazioni. Fu proclamato santo «per evidenza» dopo soli 11 mesi dalla morte: il più veloce caso di canonizzazione nella storia della Chiesa. Anche dopo la sua morte e per secoli, non si arrestò la ‘querelle’ dei portoghesi contro i padovani: secondo i primi, quella degli italiani era un’appropriazione indebita; Antonio è patrono di tutta la nazione oltre che di Lisbona.
Ovviamente anche a Padova il 13 giugno è ugualmente festa grande: si fermano fabbriche e uffici fino alla prima cintura urbana; le persone si organizzano per partecipare alle celebrazioni religiose e per giungere per primi sul sagrato. Partono addirittura a piedi, un po’ come per la festa del nostro santo patrono S. Giovanni, camminano tutta la notte per decine di chilometri, arrivano anche dalla periferia per prendere la prima messa del mattino e mettersi in fila per pregare davanti alla tomba del Santo, toccarla con la mano, portare gli ex voto o chiedere una grazia.
In ogni chiesa, la festa è preceduta dalla “tredicina” in onore del Santo. La devozione ha origine dalla convinzione popolare che il Santo conceda ogni giorno ai suoi devoti ben tredici grazie e anche dal fatto che la sua festa ricorre il 13 del mese di giugno;
Anche la tradizione popolare -meno religiosa e più profana -attribuisce ad Antonio il patrocinio per le” cose smarrite” e la superstizione circa il numero ‘13’ da molti considerato numero fortunato.
L’iconografia ufficiale, lo ritrae sempre con il Bambino Gesù tra le braccia e con il giglio in mano, fiore che rappresenta la purezza ed il candore: la liturgia a Sant’Antonio, infatti , lo definisce «candido e soavissimo giglio»
Anche a Vittoria, la festa e la ricorrenza del Santo sono molto sentite; in questi giorni si è celebrata la tredicina in molte chiese e soprattutto “ai Cappuccini”, parrocchia S. Maria Maddalena, che ne cura e divulga il culto in città da sempre. La festa esterna con la processione del simulacro del santo, rappresenta il culmine di questa tradizione per l’ intero quartiere.
Si queris