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Le Comunità Capi in route per "discernere" i casi della vita. Anche i gruppi di Vittoria presenti

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Zaino in spalla, scarponi ai piedi, chitarra a tracolla ma soprattutto la voglia di fare un pezzo di “strada” insieme alla propria comunità di appartenenza. Un piccolo esercito silenzioso le cui uniche armi sono state un taccuino di strada, una chitarra, il libretto per pregare, la voglia di ritrovarsi e fare comunità – ancora una volta – insieme, per “respirare la bell’aria di Dio” in mezzo alla natura, per montare le tende e riscaldarsi davanti al bivacco acceso.

Una fine settimana ventoso e freddo ma per un buon scout “non esiste buono o cattivo tempo” quando si vuol raggiungere una meta.  

È di nuovo route: questa volta a mettersi in cammino non sono stati i ragazzi ma i Capi dell’ AGESCI della Zona Iblea, un centinaio di adulti che con gioia e voglia di scommettersi hanno “invaso” pacificamente le vie, le campagne, i borghi della nostra Diocesi, per concludere il percorso lanciato a settembre dal livello Nazionale sul “Discernimento”.

Comunità Capi, comunità in cammino, un percorso che in questi mesi ha guidato i passi di oltre 30mila educatori scout cattolici, sui sentieri del discernimento, accompagnati ed illuminati da “Amoris Laetizia” di Papa Francesco; e non poteva non essere la “strada” il luogo privilegiato per concludere questo itinerario, intesa e letta soprattutto come occasione per condividere il proprio percorso personale, per confrontarsi, per pregare, per fare scelte, per giocare insieme e non solo come luogo fisico.

Lo stile? quello squisitamente scout: in movimento, insieme agli altri!

Perché: “Mettersi in cammino vuol dire prendersi del tempo, per sé stessi; fermarsi per poi ripartire ma con la consapevolezza di non essere soli e di poter condividere con gli altri gli sforzi, la fatica, le gioie, di poter contare su qualcuno”.

Così hanno esordito domenica mattina i Responsabili di Zona, Antonella Cascone, Paolo Sallemi e Don Graziano Martorana, accogliendo le Comunità Capi al Santuario della Madonna di Gulfi per il momento conclusivo e comunitario; ciascuna comunità ha poi presentato il percorso compiuto attraverso una tecnica diversa: canto, coro parlato, mistagogia, gioco, drammatizzazione; la consapevolezza per tutti: diventare una vera comunità di fede, testimone dl Vangelo, esempio per i ragazzi, capace di discernere caso per caso, di accompagnare, capire, ascoltare, non giudicante ma accogliente, solida e solidale, capace di costruire ponti e non muri.

Una sfida che interpella lo scoutismo cattolico, che si ritrova a dover “discernere” gli intricati casi della vita che spesso vivono (e soffrono nda) tanti educatori. La vera sfida: farlo alla luce del Vangelo e del Magistero, in un percorso di discernimento personale, comunitario, ecclesiale.

Un momento di formazione ma soprattutto di gioia, quella di ritrovarsi e condividere, fatti di abbracci e sorrisi veri, sinceri, conclusosi come ogni attività scout, attorno all’Altare nella celebrazione comunitaria della Eucaristia, celebrata da Don Graziano Martorana, assistente di Zona e Rettore del Santuario di Nostra Signora di Gulfi. A fine celebrazione è stato consegnato il simbolo di questa esperienza: la sagoma di uno scarpone, segno che il cammino non è finito, anzi, che la “vera strada”comincia proprio da quel Santuario, da domenica scorsa.  

(foto: Antonella Cascone)

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