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Sviluppo Ibleo risponde all’appello di don Sacco, il presidente La Rosa: “A Vittoria è necessario imprimere una svolta alla politica. E i cattolici possono svolgere un ruolo fondamentale”

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“Solo da un sacerdote attento alle fibrillazioni che riguardano da vicino la nostra società, poteva arrivare un invito forte e mirato come quello lanciato in queste ultime ore da don Beniamino Sacco. Un appello che, legato all’impegno civico in politica, rivolto ai cattolici, ci sentiamo di raccogliere per cercare di animare, cento anni dopo l’invito di don Sturzo, adattandolo alle esigenze dei tempi, la tensione ideale del cattolicesimo politico”. Così il presidente del movimento politico Sviluppo Ibleo, Andrea La Rosa, raccoglie l’appello che don Sacco ha voluto formalizzare attraverso una provocazione che cerca di scuotere la politica locale dal torpore in cui sembra essere relegata dopo la situazione complicata che ha investito da vicino palazzo Iacono con la decadenza dell’amministrazione e lo scioglimento del Consiglio comunale. “Certo percorrere le orme di Luigi Sturzo, così come chiede di fare don Sacco – continua La Rosa – è un impegno arduo. Ma questo non ci spaventa. Perché nel nostro cammino abbiamo sempre cercato di essere “liberi e forti”, così come chiedeva il sacerdote di Caltagirone che fondò il cattolicesimo politico e popolare. Come cristiani non vogliamo stare alla finestra ma stiamo cercando di rinnovare il nostro impegno in politica animati come siamo, ma lo abbiamo già dimostrato in passato, dal coraggio di esprimere la forza delle nostre idee. Non sarà un cammino semplice, anzi si preannuncia tutto in salita. Ma non ci tiriamo indietro. Perché la nostra città, adesso più che mai, ha bisogno di attenzioni e soprattutto di una classe politica seria, attenta, capace di rispondere, come in parte è stato fatto, alle esigenze della comunità e della collettività. Ringraziamo don Sacco per questa sua “provocazione” e rispondiamo presente alla chiamata. Noi ci saremo. E non nasconderemo la testa sotto la sabbia. Proveremo a rappresentare le istanze della gente, specie di quella povera, emarginata, sfruttata e di periferia”.

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