La salvaguardia di uno sviluppo sostenibile, la tutela del paesaggio e la riduzione della dispersione edilizia e del consumo di suolo, una pianificazione urbanistica più vincolante di interesse pubblico, procedure più trasparenti, snelle, semplici e vicine ai cittadini sono i punti cardine di una nuova democrazia urbana. La pianificazione può essere contemporaneamente consapevole e democratica. E’ ormai conclamata l’inadeguatezza dell’attuale sistema regolamentare e normativo, non più in grado di rispondere, nei fatti e nei tempi, ad esigenze in continuo divenire. Serve costruire una sempre maggiore partecipazione, da parte di tutti gli attori sociali, ai processi pianificatori e decisionali sulla città generando processi concertativi posti a base delle scelte generali sulla città . In una parola dare vita al fenomeno della cosiddetta democrazia urbana che, con le oggettive difficoltà del caso, cerca un rimedio dal basso alla cultura del consumo del suolo come unica direttrice della pianificazione urbanistica. Occorre cominciare a ragionare di strategia urbana: del ruolo e delle funzioni che la città deve assolvere non solo per i suoi abitanti, ma anche per i suoi utenti. Dovremo cercare di dare il giusto peso alla qualità architettonica degli spazi e degli edifici il cui progetto, sia qualcosa di più del semplice rispetto di indici e parametri numerici. Per una volta dovremo pensare alla sostenibilità della città integrando in questo concetto il risparmio energetico, con un’etica del progetto e della realizzazione che tenga conto della percezione complessiva del sistema città , fatto di edifici, di vuoti, di paesaggio, di gente. La pianificazione urbanistica sia un’occasione importante per un approccio sostenibile alla pianificazione delle trasformazioni del territorio con la partecipazione del cittadino sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità (art. 2 Cost.). Va inaugurata una stagione di risanamento edilizio e il Comune dovrà individuare la direzione del risparmio di suolo edificabile e di un recupero del patrimonio edilizio esistente sia in senso architettonico che energetico. Innovare le procedure di pianificazione urbanistica e immaginare una nuova governance pubblica, ossia l'insieme dei principi, delle regole e delle procedure che riguardano la gestione e il governo del territorio. Da fatto pubblico istituzionale a fenomeno di partecipazione collettivo.