La Polizia di Stato ha sottoposto a fermo di indiziato di delitto R.M. ispicese di 53 anni, bidello presso una scuola media inferiore di Ragusa, per i reati di violenza sessuale su minore e induzione alla prostituzione minorile. I fatti sono avvenuti durante l’orario scolastico.
Poche settimane fa, un’educatrice di un centro per minori non accompagnati che collabora costantemente con la Squadra Mobile di Ragusa in occasione degli sbarchi, ha segnalato alle poliziotte in servizio il comportamento anomalo di una sedicenne, la quale si rifiutava di andare a scuola.
La ragazzina è stata ascoltata da una poliziotta specializzata in questo settore, da una psicologa, da un’interprete e dal suo tutore, un’avvocatessa ragusana nominata dal Tribunale per i minori di Catania dal momento che è qui sbarcata da sola, senza nessun familiare.
Dopo un pianto liberatorio, la piccola ha raccontato le tremende pressioni psicologiche alle quali era sottoposta da parte di un uomo, nella scuola da lei frequentata.
La piccola ha raccontato che quest’uomo che lavorava a scuola che le aveva detto di volerla sposare la chiamava moglie e le voleva dare del denaro per consumare dei rapporti sessuali.
La Squadra Mobile di Ragusa ha informato il Pubblico Ministero della Procura della Repubblica di Ragusa, in collaborazione con la Procura della Repubblica di Catania.
Le due Procure hanno delegato la Sezione reati contro i minori della Squadra Mobile ad installare a scuola telecamere e sistemi di registrazione audio per cogliere l’indagato in flagranza di reato.
Gli investigatori hanno subito individuato il soggetto segnalato dalla piccola, ovvero il bidello addetto proprio alla vigilanza del piano ed hanno ascoltato le persone informate sui fatti, ovvero alcune compagne di scuola, gli insegnati e gli educatori del centro dove è ospite.
La settimana scorsa ripreso dalle telecamere ed intercettato, cercava di carpire la fiducia della bambina con le avance, gli inviti ad andare in bagno con lui, gli inviti in palestra prima dell’inizio delle lezioni e con l’offerta di farle dei regali.
Il giorno prima di aver proceduto al fermo, il bidello era passato dalle parole ai fatti, usando violenza sulla minore.
Nonostante le raccomandazioni, la minore qualche giorno fa decideva di seguire il bidello fuori dall’aula e quindi non in luoghi ripresi dalla Polizia.
La ragazzina ha poi raccontato ai poliziotti che non appena era entrata nella stanza, il bidello le aveva tappato la bocca con la mano ed aveva cercato di spogliarla, lei si era divincolata ma lui aveva continuato ad usarle violenza.
In pochi istanti ha realizzato bene cosa fosse accaduto ed ha condotto i poliziotti proprio nei luoghi dove aveva violentato la piccola, asserendo di averla portata lì solo per farsi dare una mano ad aprire le finestre ma che nulla aveva fatto di male.
Il bidello, ignaro di essere stato videoripreso anche nei giorni prima del tragico epilogo, cercava di addebitare la colpa alla piccola, asserendo che fosse lei che lo seguiva e non lui.
Gli uomini della Squadra Mobile lo invitavano al silenzio o altrimenti a collaborare ammettendo le proprie responsabilità; lui a quel punto asseriva di aver fatto una stupidaggine e si chiudeva in un totale silenzio per poi accusare un malore che veniva diagnosticato dai medici del pronto soccorso come una “crisi di ansia” guaribile in 0 giorni, quindi subito dimesso e condotto in Questura.
Considerato il racconto della minore, veniva fatto intervenire personale della Polizia Scientifica di Ragusa, con la collaborazione dei colleghi di Catania che ha in uso particolari strumentazioni per il rilevamento di tracce di DNA. I reperti hanno dato esito positivo alla presenza di tracce di DNA. La stessa operazione sarà fatta sugli indumenti del bidello e della piccola, dove potrebbero essere rilevate altre tracce.
Il bidello veniva poi condotto dalla Squadra Mobile nella sua abitazione di Ispica, dove erano presenti moglie e figli, al fine di perquisire i luoghi da lui frequentati, considerato il fatto che stante la gravità del reato commesso, il criminale poteva detenere materiale pedopornografico.
La perquisizione ha permesso di sequestrare computer, telefoni e supporti informatici che saranno analizzati nei prossimi giorni.
I locali della scuola dove è stata consumata la violenza sessuale sono stati sequestrati e sono a disposizione dell’Autorità Giudiziaria per ulteriori eventuali accertamenti.
Il bidello è stato condotto in carcere.