La Polizia, a seguito di questo nuovo sbarco, ha raccolto gravi indizi di colpevolezza a carico di:
Mohammad Maghlad AHMED, 28 anni; Mohamed YAHYA, 31 anni, Ahmed Ibrahim SAID Ibrahim, 30 anni, Mohammad ISMAIL, 28 anni, e Mohammad SALAMA, 22 anni, tutti egiziani.
Sono loro, secondo i testimoni, ad aver condotto il peschereccio salpato dalle coste egiziane. L'imbarcazione sulla quale viaggiavano è stata soccorsa in mare lo scorso 4 agosto ed è giunta a Pozzallo l'indomani. A bordo, 307 migranti (48 donne, 9 bambini e 250 maschi) di varie nazionalità . Concluse le operazioni il pattugliatore si dirigeva verso il Porto di Pozzallo ove giungeva alle ore 07.40 del 06.08.2016.
Alle procedure hanno partecipato 30 Agenti della Polizia di Stato, nonché appartenenti alle altre Forze dell’Ordine, la Protezione Civile, la Croce Rossa Italiana, Esercito Italiano ed i medici dell’Asp per le visite mediche. Al riguardo, le attività dell’Ufficio Immigrazione della Polizia di Stato risultavano complesse, dovendo essere espletate in tempi ristretti, così da permettere anche un immediato invio degli ospiti in altre strutture d’accoglienza. La Polizia Scientifica ha lavorato consequenzialmente senza sosta per le operazioni di preidentificazione e fotosegnalamento, in considerazione dei nuovi arrivi. Si sta procedendo al fotosegnalamento dei migranti sbarcati ed al loro trasferimento ad operazioni ultimate, da parte degli uomini della Polizia di Stato che lavorano senza sosta.
Gli uomini della Polizia di Stato - Squadra Mobile Questura di Ragusa - con la partecipazione di un’aliquota dei Carabinieri e della Guardia di Finanza hanno concluso le indagini in ordine al reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Dopo ore di ascolto dei testimoni, è emerso che il viaggio è durato 10 giorni circa; sono partiti dall’Egitto ed hanno risalito le coste fino al confine con la Libia; durante il viaggio le lance partivano dalle coste egiziane riempendo sempre di più la barca; appena arrivati al punto convenuto hanno iniziato a fare rotta verso l’Italia, ben consci del fatto che appena poco fuori le coste libiche li avrebbero soccorsi. I testimoni hanno dichiarato di aver avuto paura negli ultimi giorni di viaggio perché sentivano in morsi della fame sempre più forti, vista la scarsa presenza di cibo e acqua. Le responsabilità in questi casi sono da dividere tra tutti gli scafisti, sia per chi pilotava il barcone, sia per chi distribuiva cibo o era adesso ai motori. Gli scafisti fermati sono stati fotosegnalati dalla Polizia Scientifica in quanto autori del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, per poi essere condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria iblea.
Nel 2016 sono 117 gli scafisti fermati in provincia di Ragusa. Lo scorso anno sono stati arrestati 150 scafisti dalla Polizia Giudiziaria. Inoltre, sono in corso numerose attività in collaborazione con le altre Squadre Mobili siciliane della Polizia di Stato (coordinate dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine) al fine di permettere scambi informativi utili per gestire indagini sul traffico di migranti dalle coste straniere a quelle Italiane.