Veronica Panarello, una donna lucidamente manipolatrice che non ha mostrato il minimo cenno di pentimento e che anzi ha messo in moto un meccanismo distruttivo e autodistruttivo, portandolo avanti anche dopo l’arresto per l’omicidio del figlio, il piccolo Loris di 8 anni, con atteggiamento calunnioso nei confronti del suocero, chiamato in correità nel delitto. Per il giudice «Si tratta di uno dei più gravi figlicidi di questi ultimi anni commesso con spietata furia omicidiaria e con una determinazione ed un disprezzo davvero glaciali. La donna non ha avuto alcun ritegno e rispetto neanche quando ha scaraventato il cadavere di Loris da quasi 3 metri di altezza procurandogli fratture alla teca cranica".
Per il Giudice, il movente del delitto sarebbe da ricercare nella «Resistenza mostrata dal bimbo a recarsi all´istituto frequentato per una lezione non gradita, ovvero il suo desiderio di restare con la madre andando con lei al corso di cucina». Una sorta di «Dolo d´impeto che nasce dal rifiuto del bambino di andare a scuola quella maledetta mattina del 29 novembre 2014. Un omicidio quindi dettato da un impulso incontrollabile e da uno stato passionale momentaneo della donna. Il piccolo – scrive ancora il giudice nelle sue motivazione racchiuse in circa 200 pagine – non ha nemmeno opposto resistenze alla furia assassina della madre e alla inconsulta e distruttiva azione omicidiaria della madre".
"Subito dopo l´efferato delitto- si legge ancora- la madre del piccolo Lorys ha continuato nella recita a soggetto senza alcun tentennamento commettendo, di fatto, il più innaturale dei crimini e occultando il cadavere del figlio senza pietà e pentimento, ed anzi distruggendo tutte le possibili prove, compresa la sparizione dello zainetto del figlio, mai ritrovato, e che potrebbe aver contenuto al suo interno anche la reale arma del delitto, ovvero le fascette da elettricista utilizzate per strangolare la vittima".