Il Gruppo Consiliare della Democrazia Cristiana intende fare chiarezza rispetto a quanto accaduto nell’ultima seduta del Consiglio comunale, respingendo al mittente ogni tentativo di mistificazione politica dei fatti.
La maggioranza che sostiene il sindaco Aiello – composta da appena 8 consiglieri, compreso un esponente dell’MpA – non possiede i numeri per governare autonomamente la città né per approvare atti fondamentali come il bilancio. Soltanto grazie alla nostra responsabilità istituzionale è stata finora garantita la possibilità di portare avanti i lavori d'Aula, consentendo loro di raggiungere quota 13.
Tuttavia, riteniamo che lo stile puerile basato sulla logica del “grazie a me, grazie a me” non serva alla città. Al sindaco Aiello ricordiamo che il ruolo istituzionale di primo cittadino non legittima l'umiliazione dei consiglieri, tanto di maggioranza quanto – soprattutto – di opposizione, trattati come meri fantocci solo utili a garantire il numero legale.
La DC ha espresso voto favorevole sul Regolamento di contabilità armonizzata, non per spirito di servilismo, ma per coerenza politico-amministrativa: abbiamo valutato il merito dell’atto, facendo nostri emendamenti – sia di Fratelli d’Italia che proposti direttamente da noi – ritenuti validi per l’interesse di Vittoria. Una scelta che evidentemente non è piaciuta a chi interpreta la maggioranza come un fortino chiuso ai contributi altrui.
Davanti alle provocazioni della consigliera Giovanna Biondo (“Presentate la mozione di sfiducia se volete passare all’opposizione”), il consigliere Romano – disgustato per l’atteggiamento tenuto in aula – ha deciso di abbandonare i lavori consiliari. Il voto finale ha visto il regolamento fermarsi a quota 12 preferenze e non è stato approvato, segno della profonda debolezza politica dell’attuale amministrazione.
Il Gruppo Consiliare della Democrazia Cristiana continuerà a tenere un comportamento serio e istituzionale, nell’unico interesse della città di Vittoria. Ma non permetteremo più a nessuno di utilizzare la responsabilità della DC per coprire l’incapacità politica di una maggioranza che non ha numeri, né rispetto per il ruolo del Consiglio comunale.