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Firullo, FIBA Confesercenti: “Sul Demanio Marittimo vessati da una tassazione insostenibile, pratiche vincolate per anni e una burocrazia estenuante”

Pronti a non pagare il canone 2016 facendo perdere 8 milioni di euro alla Regione

redazione
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"Se non finisce questo atto di discriminazione che danneggia pesantemente i concessionari balneari e il Turismo della Sicilia"

In una lettera esplicitamente dettagliata i rappresentanti regionali della FIBA Confesercenti esprimono tutte le problematiche sul Demanio Marittimo e tutte le difficoltà che il settore è costretto a subire e ad affrontare ogni anno contro una burocrazia in grado di tenere nel cassetto pratiche per anni e vincolarne, così facendo, il destino di migliaia di lavoratori! Trasmettiamo la lettera indirizzata alla regione ovvero al Presidente Crocetta, agli amministratori regionali, alla deputazione e ai burocrati del settore: Preg. mi, desideriamo condividere preliminarmente alcune preoccupazioni dei nostri rappresentati in merito al rilascio di autorizzazioni e/o di nuove concessioni sul Demanio Marittimo in Sicilia. La scrivente, nel farsi portavoce dei concessionari dell’intero territorio regionale, intende evidenziare, come al momento sembrerebbe che sia stato nuovamente sospeso il rilascio di atti autorizzativi connessi con la proroga del titolo concessorio in area demaniale e con l’esercizio delle attività ad esso collegate. Una situazione, che ormai perdura da mesi e che sta generando conseguenze gravi e irreparabili a danno dei privati che malgrado gli investimenti fatti e i reclami esperiti agli uffici competenti, rimangono attoniti di fronte all’incertezza circa i tempi, ormai ben oltre le scadenze previste dalla normativa vigente, con cui l’Assessorato procederà a fornire riscontri sull’esito degli iter burocratici già avviati ma non ancora conclusi. Una circostanza resa ancora più drammatica dalla scelta che sembrerebbe sia stata assunta dal Dirigente generale dell’Assessorato reg. le al Territorio e Ambiente, di avocare a se la sottoscrizione di qualsiasi autorizzazione e/o provvedimento, facendo venire meno ogni forma di decentramento amministrativo, a grave danno della semplificazione amministrativa verso cui l’ordinamento comunitario costantemente ci richiama. Una scelta da parte degli uffici dell’Assessorato Reg. le al ramo, che come segnalatoci dalla Categoria in diverse Province, sta comportando non solo notevoli ritardi e disagi derivanti dall’accumulo delle pratiche in giacenza presso il Demanio Marittimo, ma anche l’avvio di ricorsi degli operatori davanti il Tribunale Amministrativo, costretti riaffermare per le vie giudiziarie la certezza delle procedure e la tracciabilità delle stesse lungo l’iter di approvazione. Agire difformemente, e non restituire tempi certi all’esito delle pratiche non solo danneggia coloro che attendono il rilascio del titolo concessorio o gli atti autorizzativi connessi, ma produce importanti conseguenze alle casse regionali per il mancato gettito erariale che ne deriva. Significa, inoltre, incidere negativamente sull’importante ruolo che il sistema dell’offerta turistica balneare ricopre non solo nell’ambito della valorizzazione turistica del nostro territorio, ma anche per la sicurezza dei bagnanti nei confronti dei quali gli stabilimenti balneari offrono con personale qualificato assistenza specializzata, senza trascurare l’incidenza che tutto ciò produce sulla tenuta dei livelli occupazionali alla luce del contributo che il comparto offre alla lotta contro la disoccupazione, con oltre 7.500 addetti. Riteniamo che sia necessario intervenire, ma lo si deve fare nel rispetto delle regole, e soprattutto senza che a pagare le inadempienze a vario livello della Pubblica Amministrazione siano gli imprenditori che operano negli interessi del territorio, creando posti di lavoro e contribuendo allo sviluppo e alla valorizzazione dei nostri litorali. Il settore ormai da tempo lamenta di essere continuamente vessato, lasciato in un vero e proprio stato di abbandono, esposto alla richiesta di pagamenti eccessivi come si è verificato con lo scongiurato aumento dei canoni del 600%, o costretto a contrastare irragionevoli normative (Legge Regionale 26 del 2012) tese ad abrogare la possibilità di mantenere le strutture assentite in concessione anche dopo la stagione estiva con obbligo di smontaggio delle attrezzature, piuttosto che deluso dall’inerzia della Politica di assumere una chiara posizione, nel rispetto degli interessi dello sviluppo turistico della regione, a fronte della messa a bando delle concessioni. Una serie di sceltenefaste assunte ignorando del tutto, che gli operatori del settore rappresentano dei veri e propri presidi sul territorio costiero a garanzia di tutti quei servizi, necessari sulle spiagge, che gli stessi Enti locali pur obbligati per legge non fanno, come ad esempio il servizio di salvataggio, di primo soccorso e di pulizia dei litorali per tutto l'anno solare. Attività condotte dai concessionari demaniali che tuttavia rimangono esposti a un sistema di tassazione insostenibile, come nel caso degli oneri per lo smaltimento dei rifiuti, e all’impossibilità di chiedere indennizzi per i danni causati alle strutture balneari da mareggiate, opportunità che invece è resa possibile nel settore agricoltura al verificarsi di calamità naturali. Il comparto oggi è giunto allo stremo, costretto a pagare ogni tipo di tassa senza però avere il giusto riscontro dei sacrifici fatti e degli investimenti, eppure migliaia di imprenditori hanno lavorato duramente per creare una professionalità e dare lavoro a migliaia e migliaia di giovani, specie in questo periodo di forte crisi. Una Regione, la nostra isola, che si pregia di essere nella “top ten” tra le più belle al mondo ma che per burocrazia certamente merita la maglia nera. La stessa Regione, che incassa ogni anno più di otto milioni di Euro dal gettito prodotto dai concessionari del demanio marittimo attraverso il pagamento dei canoni, ma che si rivela incapace di avviare una politica di investimenti e di scelte che possano restituire competitività a un settore che rimane ancora oggi fortemente in ritardo rispetto al potenziale che potrebbe esprimere. Paradossale infatti diventa, in tale contesto, il mantenimento del provvedimento che per effetto di un Decreto Assessoriale della Sanità vieta ogni anno la balneazione dal primo di Novembre fino al trentuno del mese di Marzo. Una Regione, inoltre, in cui si è provveduto a istituire gli Uffici Periferici del Demanio Marittimo lasciandoli però carenti di risorse umane e di mezzi non permettendo, in tal modo, che tali strutture periferiche potessero concorrere al conseguimento dell’obietto, fissato dalle stesse Direttive Comunitarie, del decentramento amministrativo e della semplificazione delle procedure, che il nostro Paese ha fatto proprio già con la Legge 59 del 2010. La categoria si è sempre resa disponibile a un confronto, anche dando un segnale di apertura per una eventuale riparametrazione dei canoni demaniali, ma purché si intervenga seriamente per fare rispettare modalità e tempi, che la Legge vigente detta, circa l’espletamento delle procedure connesse con il rilascio delle Concessioni demaniali marittime nonché per l’esercizio delle attività ad esse connesse. È davvero inaccettabile, nell’era in cui “impresa in un giorno” dovrebbe essere già una realtà, attendere anni per una semplice pratica di cambio di destinazione d’uso o di modifica e/o di ampliamento ai sensi dell’art. 24 del C.N. quando la legge in vigore prevede al massimo sessanta di giorni per una risposta. Perché dobbiamo essere così penalizzati e vessati, a differenza dei nostri colleghi del resto d’Italia dove il turismo balneare ha ben altri livelli di efficienza e competitività, vedi Versilia, coste Romagnole, Venete del Lazio, ecc. ecc.. Tante sono state le promesse negli anni, ma quale è stato l’investimento previsto sul Demanio Marittimo della Sicilia? Chiediamo pertanto, che la Regione: - riprenda con immediatezza l’attività per il rilascio di nuove concessioni e di tutti gli atti autorizzativi, restituendo agli Uffici Periferici del Demanio potere di firma; - garantisca subito la funzionalità dei servizi periferici del demanio marittimo, dando loro più ampia autonomia e una adeguata dotazione di mezzi e risorse umane; - provveda ad abolire definitivamente la stagione balneare consentendo, così, la balneazione in tutto il periodo dell’anno; - Sostenga la costituzione di un tavolo tecnico permanente al fine di condividere un percorso di riordino della normativa di settore, rispetto al quale abbiamo già presentato una nostra proposta in IV Commissione all’ARS, che auspichiamo possa essere da riferimento per un dialogo propositivo teso a sostenere e rilanciare un settore strategico per lo sviluppo della nostra Regione. A fronte di quanto sopra rappresentato, la categoria auspica che il Governo possa dare un chiaro segnale affinché si provveda a individuare prontamente le dovute risoluzioni rispetto alle tematiche evidenziate, al fine di scongiurare che il comparto, costituito da oltre novemila concessionari, non abbia altra strada da percorrere se non quella di proclamare lo stato di agitazione per vedere affermare i diritti che da tempo gli sono stati negati.

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