Ospitiamo con piacere, i commenti al Vangelo domenicale di Don Beniamino Sacco che - su nostro invito - ci ha concesso di pubblicare, per tutti i nostri lettori, la riflessione proposta alla comunità della parrocchia Spirito Santo e che ben volentieri "dona" anche noi come traccia e stimolo per la riflessione personale.
"Quella di Tommaso è la storia di ognuno di noi, sempre presente e sempre attuale. Chi di noi, infatti, non pretende certezze? Volersi rendere conto delle cose è un diritto-dovere di ogni persona che gli deriva dalla sua facoltà di capire (essere intelligente) e dalla sua facoltà di valutare con libertà (essere libero).
Dio stesso rispetta queste facoltà dell’ essere umano, per il semplice fatto che è stato Lui a fargliene dono. E Dio non viene mai meno agli impegni assunti. Tommaso ha tutto il diritto di non credere al racconto dei suoi amici di avventura. Il suo cuore è talmente turbato davanti agli avvenimenti a cui ha assistito che ha paura di essere di fronte ad una specie di allucinazione collettiva o agli scherzi che i sentimenti forti sono capaci di produrre.
Il suo cuore è pieno d’amore per il Maestro. Egli sogna e spera di rivederlo, vivo, sicuro si sé, affrontare a viso aperto e alla sua maniera i problemi, pellegrino da una parte all’ altra la Palestina alla ricerca di ciò che era perduto. Tutto questo lo porta a dire: ”Se non vedo…. se non metto”! Ci troviamo di fronte al dramma interiore di un uomo che aveva scommesso sul Galileo, sfidando anche le chiacchiere della gente.
Gesù, da parte sua, conosce il cuore di Tommaso. Sa che la sua apparente incredulità nasce dalla sofferenza e dallo smarrimento per aver visto il “Suo amico e Maestro” venire trattato come un malfattore, giudicato come un assassino, crocifisso come l’ultimo dei relitti umani. Al suo interno aveva preso possesso la notte buia dei sentimenti, che tutto rende arido,vela di mestizia il futuro. In lui si era spenta la luce dell’entusiasmo, il sole che illumina la vita, la speranza che proietta verso il futuro.
Una settimana di attesa, una lunga attesa, per sedimentare il pulviscolo dell’ amarezza e della delusione. Gesù dà tempo a Tommaso perché riprenda le redini della rinascita, dopo la tempesta. Poi si ripresenta nello stesso luogo e in mezzo agli stessi amici, compreso, questa volta, Tommaso.
L’incontro è pieno di emozioni. C’è l’ emozione di Tommaso che alla vista di Gesù prova un forte imbarazzo che lo spinge ad abbassare lo sguardo, come un bambino mortificato. C’è quella degli altri amici, che gioiscono ancora una volta nel vedere Gesù. C’è quella di Gesù che è lì, pronto a riaprire il cuore di Tommaso tremolante, per riportarlo alla gioia.
Poi, ci ricorda il Vangelo disse a Tommaso: “Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani”. Gesù non vuole dare alcuna prova della sua esistenza, vuol soltanto che Tommaso riprenda la relazione d’amore con Lui, toccandolo, cioè facendo esperienza di condivisione e di familiarità. Vuole fargli capire che nulla è cambiato tra loro, nonostante la debolezza della fuga, per paura. Gli rispose Tommaso: “Mio Signore e mio Dio”, sintesi teologica perfetta. Gesù il Signore della vita, della storia, del presente e del futuro. Gesù è Dio unito al Padre e allo Spirito in relazione perfetta d’amore.
Tommaso finalmente ha capito tutto, e con lui tutti i suoi amici. Finalmente si è reso conto che la beatitudine passa sempre attraverso il dono della vita; che la morte non è altro che la porta che dà accesso alla vita. Tommaso in nome di Gesù, girerà il mondo per annunciare la Buona Novella del Regno e anche lui darà la vita per testimoniare il Risorto".
Don Beniamino Sacco