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Famiglia siriana accolta a Vittoria grazie ai Corridoi Umanitari. Ospitata in Casa valdese

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Aleppo, Homs, Damasco, Idlib, tutte città siriane fortemente colpite dal sanguinoso conflitto che ha messo a ferro e fuoco la Siria in questi ultimi anni.

Migliaia i morti, i senzatetto, gli orfani, le vedove, i mutilati e le persone costrette a fuggire da morte certa e sicura; sfollati che cercano rifugio nelle nazioni vicine e che da circa due anni, trovano riparo – grazie ai corrodi umanitari – anche in Europa.

I Corridoi Umanitari rientrano nei progetti promossi dalla Caritas Italiana, dalla Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (FCEI) e dall’Unione delle Chiese Metodiste e Valdesi ed al Governo italiano e sono realizzabili grazie ai fondi raccolti dalla Comunità di Sant’Egidio e da quelli provenienti dall’8 per mille della dichiarazione dei redditi: costituiscono l’ unico modus legale e sicuro di approdo in Europa permettendo di raggiungere il nostro Paese, o altri centri in Europa, in piena sicurezza e senza ricorrere ai c.d. “viaggi della speranza”, lungo il deserto e la Libia.

Sono circa mille i profughi siriani accolti con questa sistema nell’ ultimo biennio e proprio a fine gennaio 2018,  è stata rinnovato il protocollo tra enti promotori e Governo per il prossimo biennio, che consentirà ad altrettante persone di fuggire – via Beirut in Libano - dall’orrore della guerra e riprendere in mano la propria vita.

Anche la nostra città di Vittoria ha accolto, negli scorsi giorni, la prima famiglia siriana grazie ai Corridoi Umanitari.  Si tratta di un padre e delle sue due figlie, una delle quali necessità di immediate cure ed assistenza medica, ospitati presso lo Sprar di Casa Valdese in via Garibaldi;  una famiglia tuttavia divisa, anche se solo temporaneamente: la madre e gli altri due figli più piccoli hanno deciso di rimanere in Libano, con la speranza di ricongiungersi presto ai propri cari..

«Anche Vittoria finalmente - dichiara Michele Melgazzi, direttore della Casa Evangelica Valdese - entra a far parte della rete di accoglienza dei Corridoi Umanitari. Per la città è un importante segno di solidarietà nei confronti di chi ha perso tutto e scappa dalla guerra».

I progetti italiani stanno facendo da apripista per altri Paesi europei come la Francia e il Belgio, che stanno attivando simili esperienze.

(foto: Famiglia Cristiana)

 

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